Pesci di Mare – Lettera R
115) Rana pescatrice (Lophius piscatorius)
La Rana pescatrice detta anche rospo è presente su fondi sabbiosi, fangosi o detritici dai 50 metri fino a profondità notevoli fino ai 1000 m. E’ un pesce di medio-grandi dimensioni e di aspetto inconfondibile. La testa è appiattita ed allargata, come la parte anteriore del corpo, e di forma ovale mentre il tronco è conico. La bocca è molto ampia e con mascella inferiore prominente. I denti robusti, molto acuti e rivolti verso l’interno sono in un’unica serie nella mascella superiore e in due in quella inferiore. Gli occhi sono situati al centro della parte superiore della testa. Sulla testa e sul corpo sono sparse numerose spine. Le spine di maggiori dimensioni sono presenti in coppie ai lati del bordo superiore della bocca e anteriormente alle pinne pettorali. La pelle è priva di squame e viscida. Le pinne dorsali sono due. La pinna dorsale anteriore ha il primo dei sei raggi isolato situato al centro del margine superiore della bocca, molto allungato, con l’estremità allargata e divisa in due lobi e frangiata. La seconda pinna dorsale è presente nella metà posteriore del tronco. La colorazione del dorso è bruna, con sfumature violacee, olivacee o giallognole. Il ventre è biancastro. Le pinne sono più scure del dorso, in particolare quelle pettorali che hanno la parte inferiore nera. Può raggiungere i 2 m di lunghezza ed i 40 kg di peso, comuni sono gli individui di 20 – 100 cm. E’ presente in tutto il Mediterraneo e vive solitaria, immobile, ben mimetizzata e semisepolta nel fondo, dove attira le prede agitando il filamento posto sul bordo superiore della grande bocca. Viene pescata con reti a strascico e le sue carni sono ottime e viene commercializzata fresca o congelata (coda di rospo).
Nomi regionali o stranieri: Abruzzo: Rospo marino; Calabria: Piscatrice; Campania: Rattale, Pescatrice nera o Rana piscatrice; Lazio: Martino o giudeo;Liguria: Giudio, Boldrò, Budego o Gianello; Marche: Rospo grosso; Puglia: Piscatrice; Sardegna: Piscatrixi; Sicilia: Magu, Diavulu di mari, Giurana di mari o Peccatrici; Veneto e Venezia Giulia: Diavolo de mar, Pesce rospo o Rospo de fango; Francese: Baudroie; Inglese: Angler-fish; Spagnolo: Rape o Rap (Catal.); Tunisino: Ra’asha.
116) Razza bianca (Raja alba)
La Razza Bianca è la prima che prendo in considerazione delle 15 specie che vivono nel Mediterraneo e tutte hanno corpi larghi e piatti. Gli occhi sono nella parte dorsale e la bocca nella parte ventrale. Questa ha il corpo più largo che lungo. Sul dorso la pelle liscia negli individui giovanili è spinosa negli individui più grandi tranne che nella zona centrale del corpo, mentre quella del ventre più o meno spinosa tranne la parte esterna delle pettorali. Ha sulla coda di una serie di circa 15 spine e di 1 – 2 serie di robuste spine ricurve per lato. Presenta una colorazione dorsale che va dal bruno – rossiccia al grigio – giallastra, grigio – bluastra mentre la ventrale è biancastra con margine scuro lungo le pettoral. Può raggiungere una grandezza massima di 2 metri. E’ abbastanza comune nel Mediterraneo ma non desta particolare interesse sui nostri mercati in quanto le sue carni sono buone ma non ottime. Nell’Adriatico si pescano con i rapidi altrove con lo strascico o con i palangari.
Nomi regionali o stranieri: Campania: Raja liscia; Lazio: Razza listata; Liguria: Fumat, Migliaret, Storsicos o Rasa capusinha; Puglia: Chiamita o Rascia strisciata; Sardegna: Ascritta o Zizillia scritta; Sicilia: Picara liscia o Raja liscia; Veneto; Bavosa o Rasa fotacio; Venezia Giulia: Moro; Francese: Raie blanche; Inglese: White skate; Spagnolo: Raya blanca o Raya bramante.
117) Razza chiodata (Raja clavata)
La Razza chiodata ha corpo, naturalmente come tutte, piatto, con testa rostrata e pinne pettorali fuse in forma romboidale. Nella parte ventrale sono presenti la bocca, le narici e le aperture branchiali. La parte dorsale è ricoperta da pelle ruvida con numerose spine. La coda è armata di una serie centrale di spine ben sviluppate e rappresenta una potente arma di difesa ed è munita anche di organi elettrici di modesta potenza. La parte ventrale del corpo generalmente è liscia nei maschi e con presenza di placche spinose nelle femmine. La colorazione del dorso è mimetica e variabile, generalmente grigio o bruno chiaro con macchie nere più o meno fitte. Possono essere presenti macchiette giallastre, irregolari per forma e grandezza. La parte ventrale è bianco-grigiastro. Nel Mediterraneo raggiunge dimensioni massime di circa 100 cm, ma è comune a 30-80 cm. E’ presente su fondi di varia natura, ma predilige fondi sabbiosi e fangosi da 80 a 200 m di profondità e vive sul fondo o sepolta in esso. Rispetto alle altre razze presenta sul dorso di larghe placche su cui sono inserite grosse spine. Nell’Adriatico si pescano con i rapidi altrove con lo strascico o con i palangari. Ha carni buone, apprezzate dai consumatori e generalmente si trova sul mercato fresca. Buona bollita e condita con la maionese o in insalata.
Nomi regionali o stranieri: Abruzzo: Rascia o Baraccola; Calabria: Raja pitrusa; Campania: Raja petrosa; Lazio: Arzilla pietrosa; Liguria: Clavellado, Rasa o Rassa veaxa; Marche: Scardano; Puglia: Pigara pitrosa, Pietruzza, Rasa Pichira o Piraredda spinusa; Sardegna: Scritta perdona, Capitana scritta o Rasciuga de funno; Sicilia: Picara pitrusa o Raja pitrusa; Toscana: Razza chiodata o Arzilla di scoglio; Veneto; Bavosa, Raza spinosa o Rasa fotacio;Venezia Giulia: Moro; Croazia: Raza kamenjarka; Francese: Raie boucleè; Inglese: Thornback ray; Spagnolo: Raya de clavos o Clavellada (Catal.).
118) Razza quattrocchi (Raja miraletus)
La Razza quattrocchi ha il corpo romboidale più largo che lungo con angoli laterali alquanto appuntiti e margini anteriori quasi dritti. Il muso è corto e con rostro breve, sporgente ed appuntito. Ha pelle liscia sul dorso e sul ventre, con muso spinoso nei maschi. Ha di 3 serie di spine sulla coda. Il colore sul dorso è bruno – giallastra e cosparso di macchiette grigiastre. Presenta su ogni pettorale un vistoso ocello con centro blu chiaro circondato da due anelli concentrici, viola scuro – nerastro l’interno, giallo – arancio l’esterno (sembrano altri due occhi) la parte ventrale è biancastra. Questa specie è più piccola arriva al massimo a 60 cm. Ha abitudini come le altre è presente nel Mediterraneo e predilige fondali sabbiosi e fangosi da 80 a 200 metri di profondità e si pesca con lo strascico e con palangari di profondità. Le sue carni sono buone, ottime fritte.
Nomi regionali o stranieri: Abruzzo: Razza occhialuta; Campania: Raja quattruocchie; Lazio: Arzilla bavosa; Liguria: Raza sfeeggeuna; Marche: Muccosa, Occhialina o Occhiatella; Puglia: Rascia liscia o Chiamita; Sardegna: Ferrasedda liscia, Scapuccina o Scritta quattrogus; Sicilia: Picara monaca, Picara liscia o Rajceddra quattrocchi; Toscana: Razza argentina; Veneto; Scarparo o Rasa macchiata; Francese: Raie miroir; Inglese: Brown ray; Spagnolo: Raya de espejos o Rajada de taques (Catal.).
119) Razza stellata (Raja asterias)
La Razza stellata anch’essa ha il corpo romboidale più largo che lungo, con angoli laterali alquanto appuntiti e margini anteriori quasi dritti. Il muso corto, con rostro breve un poco ottuso.La pelle è interamente ruvida quella del dorso e coperta invece di spine in più zone quella del ventre. Presenta una serie di piccole spine dalla nuca alla 1ª dorsale e presenta una serie di spine sulla parte più esterna delle pettorali ed un gruppo di spine sull’orlo del rombo a livello degli occhi. La colorazione dorsale è bruno – ulivacea e con macchiette bruno – nerastre e giallastre presenti anche sulle ventrali. Il muso è ocraceo e trasparente e la parte ventrale è biancastra. Arriva ad una lunghezza massima di 80 cm. E’ specie comune nel Mediterraneo, molto diffusa nel Tirreno ha abitudini come le altre stando sommersa nei fondali fangosi, si pesca con lo strascico e le sue carni sono buone.
Nomi regionali o stranieri: Campania: Arzilla punteggiata; Lazio: Arzilla di rena; Liguria: Raza muschinha; Puglia: Rascia o Raja d’arena; Sardegna: Scritta stiddata; Sicilia: Picara fimmineddra, Picara stiddiata o Raja stiddiata; Toscana: Razza picchiettata; Veneto e Venezia Giulia; Baracola o Raseta; Francese: Raie estelée o Raie douce; Inglese: Spotted ray; Spagnolo: Raya pintada, Raya estrellada o Rajada vera (Catal.).
120) Riccio di mare (Paracentrotus lividus)
I Ricci di mare si riconoscono subito per la forma semisferica piena di aculei articolati e mobili. I più comuni sono il tipo Paracentrotus (comunemente conosciuto come femmina) è di colore variabile dal bruno al violaceo mentrel’Arbacia (conosciuto come maschio) è sempre nero scuro. Inoltre il primo è commestibile, il secondo non è commestibile. Arriva fino ai 6 cm di diametro con aculei di 3cm di lunghezza. Vive sui fondali rocciosi ricchi di alghe a partire dalla superficie fino a oltre 40m di profondità. Si nutre tramite la bocca, presente sulla superficie inferiore, che consente al riccio di “raspare” dal fondo alghe, piccoli crostacei, vermi eccetera. Superiormente hanno invece l’orifizio anale. Si raccolgono con rastrelli o a mano. Prima si usava una rete con la bocca aperta da un ferro ricurvo (da noi Angamu) ora vietato. Come sono? A chi piacciono ottimi. Provateli con gli spaghetti e li amerete.
Nomi regionali o stranieri: Campania: Ancine; Sardegna: Arizzuni de mari; Sicilia: Rizzi di mari; Francese: Oursin; Inglese: Sea-urchin; Spagnolo: Achinos; Tunisino: Qanfoud bahr.
121) Ricciola (Seriosa dumerili)
La Ricciola è un bellissimo pesce dal corpo allungato, la bocca ampia con mandibola inferiore prominente, linea laterale incurvata con 2 pinne dorsali di cui la prima piccola e spinosa la seconda lunga con parte anteriore più alta rispetto alla parte finale, pinna caudale è bilobata ed appuntita, pinne pettorali e ventrali piccole. Il colore è grigio-azzurro con riflessi rosei sul dorso e presenta una banda giallastra che percorre i fianchi, ed un’altra scura sulla testa, il ventre è argenteo. Può raggiungere i due metri di lunghezza (comunemente e’ tra i 30-50 cm) e pesare fino a 50 kg. Specie pelagica che vive generalmente tra 20 e 70 metri di profondità, si avvicina alle coste nei periodi di riproduzione. Specie pelagica che vive generalmente tra 20 e 70 metri di profondità, si avvicina alle coste nei periodi di riproduzione. Presente in tutto il Mediterraneo e si pesca tutto l’anno, ma in modo particolare nei mesi primaverili ed estivi quando si avvicina alle coste con reti a strascico, reti volanti e palangari. Le sue carni sono ottime e sui nostri mercati è presente abbastanza regolarmente e viene commercializzata fresca, congelata, affumicata e salata ed essiccata. Io la preferisco alla griglia ma è buonissima anche al forno o alla Matalotta.
Nomi regionali o stranieri: Campania: Ricciola ‘e funnale; Liguria: Leccia, Alicosa o Limone; Marche: Alice grande; Puglia: Jarrupe o Lecc; Sardegna: Serviola, Sermoni o Lambuga; Sicilia: Aricciola o Licciolu; Toscana: Saltaleone; Veneto e Venezia Giulia; Lissa; Francese: Sériole o Poisson limon;Inglese: Amberjack; Spagnolo: Pez de limon o Cervia (Catal.).
122) Rombo chiodato (Psetta maxima)
Il Rombo chiodato appartiene a quei pesci piatti, cui appartiene anche la sogliola, che nascono come gli altri pesci ma che dopo qualche giorno incominciano a nuotare coricati su un fianco, il corpo è romboidale, gli occhi a sinistra, pelle del lato superiore e colore cangiante dal marrone al bruno-grigio. Lato inferiore di colore biancastro, la pinna dorsale e quella anale sono sviluppate per quasi l’intera lunghezza del corpo e sono munite di raggi. La lunghezza media intorno ai 40-50 cm (max 1 metro) ed un peso massimo di 10 Kg. Il rombo chiodato è un pesce che vive su fondali sabbiosi ad una profondità di 25-80 m. È capace di rimaner adagiato sul fondo ricoprendosi parzialmente con le sabbia o col fango, fino al passaggio di una preda. E’ comune nel Mediterraneo e in Adriatico. Si pesca con le reti a strascico. Le sue carni sono ottime e delicate, e più è grande più è buono. Sui mercati la maggior parte dei rombi proviene dagli allevamenti del Nord Europa. Pochi sono quelli provenienti dall’attività di pesca, che di solito hanno dimensioni maggiori. In cucina ci si può sbizzarrire potete cuocerla in umido, lesso servito con una salsina di vostro gradimento ed anche fritto a filetti o impanato.
Nomi regionali o stranieri: Campania: Rummo petruso; Lazio: Rombo di pietra; Liguria: Rombo velaxo o Clavelat; Puglia: Rumbu; Sardegna: Arrimbuli o Rumbulu de fango; Sicilia: Linguata imperiali o Tampa imperiali; Toscana: Rombo di scoglio; Veneto e Venezia Giulia; Rombo di sasso; Francese: Turbot; Inglese: Turbot;otack; Spagnolo: Rodabaldo; Tunisino: M’dess moussa.
123) Rombo di rena (Bothus podas)
Il Rombo di rena ha forma di rombo naturalmente, occhi situati sul lato sinistro separati tra loro da uno spazio interorbitario variabile secondo il sesso dell’animale. La bocca è piuttosto piccola ed è munita di piccoli denti appuntiti. Il colore è grigiastro, grigio – bruno con macchie bluastre distribuite su tutto il corpo. Vive sui fondi sabbiosi o arenosi da pochi centimetri di profondità fino a 400 metri. Di solito l’animale sta infossato nella sabbia ed è molto difficile scorgerlo poiché ha grandi capacità mimetiche. Ha una lunghezza massima di 20 cm. Si pesca generalmente con lo strascico. La sua carne magra, soda, digeribile e saporita è buona fritta ma non è come le altre.
Nomi regionali o stranieri: Campania: Taccone o Palaje ‘e scoglio; Liguria: Rumbo bastardo; Puglia: Prajezza; Sicilia: Taccuni, Pettini uocchiuta o Tappa;Toscana: Quattr’occhio; Francese: Rombou Podas; Inglese: Wide-eyed flounder; Spagnolo: Pòdas o Pèdaç (Catal.).
124) Rombo giallo (Lepidorhombus whiffiagonis)
Il Rombo giallo è anch’esso un pesce piatto che si distingue anche per la mandibola sporgente il corpo, però, non è arrotondato come quello del rombo, ma, al contrario, è molto allungato.. Gli occhi sono molto vicini tra loro, pinne dorsali ed anale molto lunghe coda dal margine convesso. La linea laterale è ben visibile. Può raggiungere 60 cm di lunghezza ma comunemente si trova da 20 a 30 cm. La colorazione è grigio-giallastra sul dorso e la ventrale è bianca talvolta con qualche macchia rossastra. Vive generalmente ad una profondità di 50-300 m, spesso al bordo della piattaforma continentale; cerca soprattutto i fondi molli, sabbiosi o argillosi, dove ama interrarsi. E’ abbastanza raro in Mediterraneo, si pesca soprattutto in Adriatico e Mar ligure con reti a strascico e con la sciabica. La carne è buona si fritta che in padella in umido, cotto a fuoco medio, con un bicchiere di vino oppure al forno con due pomodorini.
Nomi stranieri: Francese: Cardine; Inglese: Megrim; Spagnolo: Gallo del norte o Llseria.
125) Rombo liscio (Scophthalmus rhombus)
Il Rombo liscio è’ molto simile al rombo chiodato, anche se il corpo è più ovale che circolare e possiede entrambi gli occhi sul lato sinistro. La pelle è liscia e coperta di squame piccole molto aderenti. La colorazione varia dal bruno scuro a grigiastra e con frequenti macchie scure. E’diffuso in tutto il Mediterraneo centro-occidentale e Adriatico e vive sulla sabbia o sul fango tra i 20 e i 70 metri di fondo. Si pesca con reti a strascico. Ha la carne ottima di sapore, ma meno del rombo chiodato. Raggiunge al massimo 60-70 cm. e un peso di 30 kg. In media gli esemplari sul mercato sono tutti sul chilogrammo. Il modo migliore per cucinarlo è in umido oppure lessato e servito con una salsina di vostro gradimento.
Nomi regionali o stranieri: Abruzzo: Rumbetto o Soaso; Calabria: Passira; Campania: Rummo liscio o Taccone;Liguria: Rombou o Rumbo de fundo; Marche: Rombetto, Soaso o Suaso; Puglia: Rummo liscio o Rumeniello; Sicilia: Rummu lisciu o Linguata mascula;Sardegna: Rumbulu lisu; Veneto: Rombo minore, Sosa o Soazo; Venezia Giulia: Sfazo o Cuco; Francese: Barbue; Inglese: Brill; Spagnolo: Rémol;Tunisino: M’dess moussa.
126) Rombo quattrocchi (Lepidorhombus boschi)
Il Rombo quattrocchi ha il corpo ovale allungato, gli occhi grandi, vicini fra loro, entrambi sul lato sinistro del corpo. Pinna dorsale ed anale terminanti con gli ultimi 2 raggi sul lato cieco del peduncolo caudale. Può raggiungere una lunghezza massima è di 40 cm , ma è comune da 10 a 30 cm. La colorazione è grigio – giallastra chiara, ai lati posteriori delle pinne dorsali e anale si notano quattro ocelli nerastri. È comune in Mediterraneo occidentale,vive infossato o adagiato su fondali sabbiosi e ha una grande capacità mimetica, si spinge fino a 800 m di profondità, ma è comune fra 100 e 400 m. viene pescato principalmente con reti a strascico. Ha poca importanza commerciale ma le sue carni sono buone anche se un pò asciutte. A casa mia di solito lo cuciniamo in padella in umido così: preparate un tritato di prezzemolo ed aglio, olio, adagiatevi sopra il pesce e cocetelo con bicchiere di vino a fuoco medio. E’ buono anche al forno ma non fatelo asciugare troppo e tanti lo mangiano solamente fritto.
Nomi regionali o stranieri: Campania: Suace; Lazio: Suacia francese; Liguria: Petrale; Puglia: Suace; Sicilia: Panta di funnale o Tampuni; Veneto e Venezia Giulia: Zanchettone o Ciancheta; Francese: Cardine a quatres taques, Fausse limande o Petro; Inglese: Four spot megrim; Spagnolo: Rapante, Rodaballo, Gallo o Bruixia a quatre taques (Catal.).
127) Rossetto (Aphia minuta)
Il Rossetto è un piccolo pesce, che vive per un breve periodo ed ha un alto valore commerciale. Predilige fondi sabbiosi e fangosi. Di colore bianco rosato o giallognolo, sul capo si osservano dei puntini neri e macchie rosse (da cui il nome). E’ un animale gregario che forma spesso banchi con numerosi esemplari che si trattengono vicino alle coste, di solito in superficie. Vive in tutto il Mediterraneo e si pesca con la sciabica (particolarmente) in Adriatico, Tirreno e Mar Ligure. Si consuma esclusivamente fresco, fritto, lesso e assieme alle uova per frittate o frittelle.
Nomi regionali o stranieri: Calabria: Nannata; Campania: Ciceniello verace; Liguria: Bulasu; Puglia: Quatte o Muzzuleine; Sardegna: Maccioneddu biancu; Sicilia: Mazzunaru o Nunnata di cuvaru; Veneto e Venezia Giulia: Omo nuo; Francese: Nonnat; Inglese: Trasparent Goby; Spagnolo: Chanquete.
128) Rovello (Pagellus bogaraveo)
Il Rovello è un pesce dal corpo ovale e con profilo superiore della testa convesso. Ha il muso corto, occhio grande. La bocca con apertura inferiore è piccola con mascelle uguali. La pinna dorsale, unica e la pinna anale, ripiegate all’indietro. Il corpo è coperto di squame piccole. E’ un pesce gregario che ama sostare in copiosi banchi nelle vicinanze del fondo, a profondità piuttosto cospicue, dai 150 ai 500 metri. Nel Mediterraneo è limitato al bacino occidentale, comune sulle coste Tirreniche, ma raro nell’Adriatico settentrionale. La sua lunghezza massima è di 25 cm e circa 2 Kg di peso. Si pesca con le reti a strascico e anche con le lenze o palangresi di fondo. Le sue carni sono buone, molto ricercato in Campania. Ottimo se cotto in umido, alla Matalotta in court bouillon (per evitare che il pesce si rompa, iniziare sempre la cottura a freddo e lasciate che il bollore sia quasi impercettibile) ma anche alla griglia, fritto o buono anche per le zuppe. A Sorrento la Pezzogna in umido è un piatto pregiato.
Nomi regionali o stranieri: Calabria: Mupagghiuni, Scargiupulu, Mafruni o Scazzupulo; Campania: Pezzogna, Mafrone, Uocchiu largu o Luvaro; Liguria: Bezugo o Ruellu; Puglia: Bufulacu, Pezzone, Marachiefe o Scazzatiedde; Sardegna: Babbauredda o Battauredda; Sicilia: Mupagghiuni, Mupa o Vopu ruveddu; Francese: Bogaravelle; Inglese: Blue-spotted bream; Spagnolo: Goraz,; Tunisino: Murjane.