Pesci di Mare – Lettera P
85) Pagello bastardo (Pagellus acarne)
Il Pagello bastardo ha un corpo fusiforme ricoperto di squame e il muso conico. Entrambe le mascelle sono provviste anteriormente di alcune serie di denti conici appuntiti, con quella più interna seguita da una banda di numerosi denti cardiformi leggermente più piccoli; posteriormente seguono denti molariformi biseriati. La colorazione è bruno – chiara rossastra sul dorso, argentea sul ventre con una caratteristica macchia scura all’attaccatura delle pinne pettorali. Specie comune nel Mediterraneo vive sino ad una profondità di 300 m sia su fondali rocciosi sia fangosi. Si pesca con reti a strascico, tremagli e nasse. Può raggiungere una lunghezza massima di 35 cm ma generalmente si trovano sul mercato intorno ai 20-25 cm. sia fresco che congelato. Le sue carni sono buone ma di scarso interesse commerciale. E’ buono anche fritto.
Nomi regionali o stranieri: Calabria: Scazzuppulu o Luvaru; Campania: Scarzoppola o Manfrone; Liguria: Roello, Ruello o Fragolino bastardo; Puglia:Frau, Fraula, Lutrine o Scardedde; Sardegna: Pagellottu; Sicilia: Mupu, Scarzobbulu o Luvaru; Toscana: Pagello o Mafrone; Veneto: Albaro bastardo;Venezia Giulia: Albaro pagnesco; Francese: Pageot blanc o Pageau; Inglese: Bronze-bream o Spahish-bream; Spagnolo: Aligote o Besuc; Tunisino: Kirma mercan.
86) Pagello fragolino (Pagellus erythrinus)
Il Pagello fragolino è un pesce dal corpo ovale, compresso lateralmente, il muso acuto. Entrambe le mascelle sono provviste, come per il Pagellus acarne di alcune serie di denti conici appuntiti. L’unica pinna dorsale ha raggi duri inizialmente e molli nella parte finale, come la pinna anale. La colorazione del corpo è rosso-rosata, con riflessi argentei. La testa è più scura, in particolare fra gli occhi e il muso. Le pinne sono rosa, ad eccezione di quella caudale che è più scura.Una macchia rossa è presente alla base delle pinne pettorali. Spesso, è presente una lieve punteggiatura azzurra nella parte superiore dei fianchi. E’ un pesce gregario cioè vive in branchi, lo troviamo sia su fondi rocciosi e ghiaiosi, sia su fondi sabbiosi e melmosi è ampiamente presente lungo tutte le coste del Mediterraneo e raggiunge una lunghezza massima di 50 cm, ma è comune a 10-30 cm. Si pesca con reti a strascico, volanti, cianciolo e tremagli. Questa specie è piuttosto ricercata sui nostri mercati dove è regolarmente presente e viene commercializzata sia fresca che congelata. Ottimo alla Matalotta.
Nomi regionali o stranieri: Abruzzo: Arboretto; Calabria: Pissogna; Campania: Lustrino o Luvaro; Liguria: Pagas, Pageo o Pagao.veaxo; Lazio: Pagello rosso; Marche: Arboleto o Madagio; Puglia: Frajo, Lutrino o Lutrino russe; Sardegna: Lémaru, Lémuru o Pagellu eru; Sicilia: Uvaru, Muccu russu, Propognatu o Luvaru; Toscana: Parago; Veneto: Alboro o Medagia; Venezia Giulia: Alboro, Arbun, Madagion o Ribon; Croazia: Rumenac; Francese: Pageot rouge; Inglese: Pandora; Spagnolo: Breca o Pajel; Tunisino: Murjane.
87) Pagro azzurro (Pagrus Ehrenbergi)
Il Pagro azzurro è il primo, in ordine alfabetico, dei tre Pagrus che vive nel Mediterraneo ha il corpo alto e poco compresso ai lati. II capo ha un profilo obliquo e la bocca e’ massiccia. La dentatura è costituita da incisivi e canini conici, corti e robusti, e da molari possenti. Ha una pinna dorsale in cui i primi due raggi sono spinosi e corti mentre il terzo è lungo. La colorazione è rossastra sul dorso, più chiara sui fianchi e bianca argentata sul ventre. Lungo i fianchi ha delle punteggiature azzurrastre, da cui il nome italiano, che scompaiono quando il pesce è morto. Vive su fondi sabbiosi o fangosi a modeste profondità. E’ una specie piuttosto rara nei nostri mari in Sicilia soltanto, infatti, esiste il termine dialettale. Si pesca con reti a strascico o con palamiti. La sua lunghezza massima è di 60 cm. Le sue carni sono ottime e ritrova sul mercato di più congelato in quanto esemplari pescati nell’atlantico dove è più diffuso. Ottimo alla griglia o al forno cotto intero.
Nomi regionali o stranieri: Sicilia: Paulu ‘mperiali; Francese: Pagre bleu o bossu; Inglese: Sea bream; Spagnolo: Zapata; Tunisino: Jeghail.
88) Pagro dentice (Pagrus Pagrus)
Il Pagro dentice è spesso confuso con il Dentice. Ha il corpo ovale e compresso. La testa con profilo molto convessoe il muso corto e arrotondato. La bocca è fornita di potenti canini e da più’ di due serie di robusti molari. Le squame sono piuttosto grandi e la sua colorazione e può subire variazioni a seconda dell’età, da giovani hanno il dorso roseo ed i fianchi giallo-rosato mentre da adulti sono rossastri con riflessi argentati. Il ventre è bianco-argenteo e le pinne rosa. A volte presentano sui fianchi punteggiature di vario colore o linee longitudinali rosa-argentato. Le punte della coda sono bianche. Vive su fondai pietrosi, arenosi e detritici, da 20 a 200 metri di profondita’. Si cattura con tremagli, reti a strascico, nasse e con palamiti di profondità. Può arrivare fino a 70 cm di lunghezza. E’ presente in tutti i nostri marie le sue carni bianco-rosa sono gustose e particolarmente ricercate. Ottimo alla griglia o in umido in padella così: mettete in padella un tritato di prezzemolo ed aglio, olio e adagiatevi il pesce aromatizzate con origano o timo pepate e dopo dieci minuti di cottura spruzzatevi sopra mezzo limone fate cuocere ancora per qualche minuto e spegnete servendolo ben caldo oppure alla Matalotta .
Nomi regionali o stranieri: Abruzzo: Sagro; Campania: Praje; Liguria: Pagao buffo, Pagao adentou o teston; Marche: Sagro; Puglia: Fraje, Bufalacu, Manfrone o Sparo bastardo; Sardegna: Su Paguru o Prainu; Sicilia: Pauru, Paulu, Pavulo, Praiu o Scannavaddu; Toscana: Sparo Prago o Manfrone;Veneto: Alboro-pagnesco, Alboro pagro, Tàboro o Sparo d’Istria; Venezia Giulia: Cantarella, Pagro o Pagari; Francese: Pagre commun; Inglese: Couch’s sea bream; Spagnolo: Pargo o Pagro; Tunisino: Sinarit.
89) Pagro reale (Pagrus auriga)
Il Pagro reale che si distingue dagli altri due per aver quattro fasce verticali rosso-brune. Ha il corpo abbastanza alto e compresso lateralmente, la bocca robusta ma poco ampia, la pinna dorsale, formata dai primi due raggi spinosi, molto corti, mentre il terzo, quarto e quinto sono molto allungati e liberi, tale caratteristica è presente solo negli individui di sesso femminile, nei grossi maschi questi raggi spinosi sono alquanto ridotti e la pinna caudale è forcuta; le pettorali sono abbastanza allungate e le ventrali sono pure sviluppate e munite di una vistosa spina. Il colore varia a seconda dell’età e del sesso. Gli individui giovani di sesso femminile hanno un colore di fondo argentato con 5 fasce verticali di colore rosso-ruggine, rosso-violaceo o rosso-mattone. Nei maschi, invece, scompaiono le fasce scure ed il corpo assume una colorazione tendente al violaceo, più sbiadita sui fianchi e bianco sporco sul ventre. Vive su fondi sabbiosi, fangosi o rocciosi a modeste profondità non spingendosi mai oltre i 100 metri Si pesca con reti a strascico, con i tramagli e palamiti. La lunghezza massima può toccare i 75 cm. Le sue carni sono buone si prepara come il precedente.
Nomi regionali o stranieri: Puglia: Fraie o Fraule; Sardegna: Sparu; Sicilia: Pauru o Praiu bastardu; Veneto e Venezia Giulia: Fagari o Pagari; Francese: Pagre royal; Spagnolo: Hurta; Tunisino: Harous.
90) Palamita (Sarda sarda)
La Palamita è un pesce pelagico della famiglia degli sgombridi che vive in banchi e compie ampie migrazioni. Ha un corpo di forma allungata ricoperto di piccole squame color azzurro-argentato più scuro sul dorso e con striature nerastre oblique che continuano sui fianchi ove il colore è più chiaro. Il muso è appuntito, l’occhio piccolo e la bocca grande con entrambe le mascelle munite di denti presenti anche sul palato. Dispone di 2 pinne dorsali, una pinna anale, pinna codale concava. Può raggiungere 80 cm di lunghezza e 10 Kg di peso, ma è frequente sui mercati attorno ai 2 Kg di peso. Si pesca con le palamitare o con le reti a strascico e abbocca facilmente anche al traino. E’ molto diffusa nel Mediterraneo e le sue carni sono gustose e saporite. Ne esiste un’altra specie Orcynopsis unicolor (Palamita bianca) ma è poco diffusa nel Mediterraneo e non presenta sul dorso le striature nerastre oblique.
Nomi regionali o stranieri: Calabria: Palàmitu o Palàamitu maiàticu; Campania: Cuvarita o Palamito; Liguria: Bonnicou o Paamia; Sardegna: Palamitu o Pilamitu; Sicilia: Palamitu, Cuvaritu, Pamitu, Pirantuni o Pisantuni; Veneto e Venezia Giulia: Palamidao Palamia; Francese: Bonite o Pàlamida; Inglese: Bonito; Spagnolo: Bonito; Tunisino: Balamit.
91) Palombo (Mustelus Mustelus)
Il Palombo è sicuramente un piccolo squalo che può raggiungere una lunghezza massima di 150 cm. Ha un corpo snello, appiattito ed affusolato, la testa piatta con muso corto. Occhi ovali privi di membrana. Bocca arcuata con mascelle provviste di piccolissimi denti appuntiti. Possiede cinque fessure branchiali, a volte si possono trovare individui maculati che in passato hanno fatto pensare all’esistenza di più specie in Mediterraneo. La pelle o zigrino è ricoperta di piccole scaglie, quasi liscia. Le pinne dorsali sono prolungate posteriormente. Ed il colore è grigio-bluastro sul dorso, biancastro sul ventre. Vive su fondali fangosi a medie profondità e fino a 100 m; forma piccoli banchi e si ciba di molluschi, piccoli crostacei e pesci. Comune in tutto il Mediterraneo, in particolar modo in Sicilia dove le catture, con reti a strascico, con palangari di profondità e tremagli, sono più abbondanti. E’ privo di lische, le carni sono buone e molto apprezzate. In commercio si trova sia fresco che congelato a trance o intero. Il palombo si può cucinare in vari modi: al forno, in umido, all’agliata (vedi ricetta secondi n. 72). Ottime le polpette di palombo.
Nomi regionali o stranieri: Campania: Palummo fino o Pesce palummo; Liguria: Nisseau, Pallouna o Cagnassetto; Marche: Nizza o Stire; Puglia: Palummo, e Penna; Sardegna: Mussula, Palummu o Mussula lisa; Sicilia: Palummu, Pisci cani, Passatore o Palummeddu; Toscana: Palombo comune;Veneto: Can o Cagnolo; Venezia Giulia: Can bianco; Francese: Emissole commune; Inglese: Smooth hound; Spagnolo: Musola o Cazon; Tunisino: Ktat.
92) Palombo stellato (Mustelus asterias)
Il Palombo stellato è simile al palombo per abitudini e distribuzione differisce per la presenza di numerose chiazze bianche lungo i fianchi e per una diversa modalità di riproduzione. Il palombo stellato è ovoviviparo e non è facile per i non esperti distinguere le due specie. Questa specie può arrivare fino a un lunghezza di 2 metri e mezzo. Si trova in commercio quasi sempre congelato poiché, pur essendo presente anche nel Mediterraneo, viene pescato principalmente in Atlantico. In cucina si usa come il precedente.
Nomi regionali o stranieri: Campania: Palummo verace o Palumme pittiate; Liguria: Nissola, Pallouna o Nissena; Puglia: Palumme steddate o Pisci palummo; Sardegna: Mussula pinturunu; Sicilia: Palummu stiddiatu, Bistinu o Palummu pintu; Toscana: Palombo nicciolo; Veneto: Can o Cagnoleto;Venezia Giulia: Can can o Cagneto pontisà; Francese: Emissole tachetee; Inglese: Unprickly hound; Spagnolo: Musola estrellada, Mussola dentuda o Mussola pigallada (Catalano).
93) Papalina o Spratto (Sprattus Sprattus)
La Papalina o Spratto è pesce di piccola dimensione, corpo affusolato e leggermente compresso lateralmente, munito di squame caduche, muso prominente ed acuto, pinna dorsale unica e posizionata a metà del corpo, pinna anale verso la coda, pinne ventrali di dimensioni ridotte, due pinne pettorali di ridotte dimensioni, pinna caudale bilobata, colore del dorso blu-verdastro, argenteo sui fianchi e sul ventre. E’ molto simile all’Alaccia o alla Cheppia ma è molto più piccola ed ha la pinna dorsale spostata verso la coda. Ha una lunghezza media sui 15 cm, max 20-22 cm. Specie pelagica e migratoria vive in banchi numerosi fino alla profondità di 55 metri durante il giorno e la notte tra i 15 ed i 35 metri. Vive in fondali arenosi e rocciosi, abbastanza comune nel Mediterraneo si cattura con reti a strascico o con la volante. E’ buona sia fritta che alla griglia.
Nomi regionali o stranieri: Campania: Sarachella; Liguria: Serretta; Marche: Argentina; Romagna: Saraghina; Sardegna: Gianchettu; Sicilia: Sarda fimminedda o papalina; Veneto: Papalina o Renga; Venezia Giulia: Saraghina; Francese: Sprat; Inglese: Sprat; Spagnolo: Espadin o Amploia (Catalano).
94) Passera (Platichthys flesus)
La Passera ha due sottospecie la Passera Pianuzza, diffusa soprattutto in Adriatico e la Passera Nera, più diffusa nel Mediterraneo occidentale fino al Tirreno. E’ un pesce piatto con corpo compresso ed ovoidale, alto circa metà della lunghezza, peduncolo caudale ben distinto, bocca piccola e squame piccole su tutto il corpo. La colorazione è marrone variabile sul lato munito di occhi, biancastro sul lato cieco. Ha una lunghezza massima di 52 cm ed un peso massimo di 2,5 kg. Vive in profondità su fondali sabbiosi e melmosi dove ha l’abitudine di nascondersi. Le su carni sono buone e viene commercializzata fresca. Ottima se cotta in umido o in court bouillon ma anche alla griglia servita con Salmoriglio.
Nomi regionali o stranieri: Campania: Rummo o Passara; Liguria: Passona, Passua o Sola; Puglia: Passerella o Passariello; Sicilia: Linguata, Pittina russa o Linguata pianusa; Toscana: Sovace; Veneto: Latesiol o Passerin; Francese: Flet; Inglese: Flounder; Spagnolo: Platija o Remol de riu (Catalano).
95) Patella (Patella cerulea)
La Patella è un mollusco molto conosciuto con una sola valva ed un grosso piede arrotondato e molto ampio, e grazie ad esso che l’animale sta attaccato sulle rocce. Il bordo della conchiglia è sottile e si adatta alla superficie alla quale l’animale aderisce. Il colore della parte esterna varia dal grigio – giallastro al rossastro. L’interno della conchiglia è chiaro, talvolta di colore bluastro. Rimane fissato sullo scoglio anche per lunghi periodi, è erbivoro e si nutre dello strato di alghe che ricopre la superficie sulla quale vive. Ne esistono almeno 200 specie e le nostre coste abbondano di patelle, ma ad un occhio poco esperto potrebbero passare inosservate, poiché il colore della conchiglia si mimetizza con quello della roccia dove il mollusco vive. La patella sceglie un sito dove vivere e riesce a scavarsi nella roccia una sorta di nido circolare: una piccola depressione con un bordo che aderisce perfettamente all’orlo della sua conchiglia. Si raccoglie utilizzando una robusta lama di coltello nei momenti di alta marea, cioè quando il mollusco non esercita il massimo della pressione sulla roccia. Non sono molto richiesti nella nostra gastronomia, anche perché sono tanti quelli che non li conoscono, ma le sue carni sono buone e gustose anche se un pò dure e provate a saltarli in padella con olio, un pò d’aglio e prezzemolo tritato, aggiungendovi due spaghetti al dente e mi direte come sono. Generalmente vengono mangiate crude ma fare due spaghetti con le patelle è la fine del mondo. In una padella con olio abbondante mettete un tritato di prezzemolo ed aglio e quattro pomodorini tagliati, aggiungete le patelle che avrete pulito con cura per non lasciarvi attaccata sabbia e far saltare per una decina di minuti, aggiungete gli spaghetti cotti a parte amalgamate il tutto spruzzate un po’ di pepe e servite.
Nomi regionali o stranieri: Abruzzo: Lampada; Liguria: Ciappa o Arzillo; Puglia: Patedde; Sicilia: Patedda; Sardegna: Pagellira o Giova; Veneto: Pantalena; Venezia Giulia: Pantanela o Santanela; Francese: Patelle; Inglese: Limpet; Spagnolo: Lapa o Barretet (Catalano); Tunisino: N’lat.
96) Perchia (Serranus cabrilla)
La Perchia appartiene al genere Serranus che è uno degli otto generi esistenti nel Mediterraneo della famiglia dei serranidi e che comprende le spigole, le cernie propriamente dette, le perchie e le castagnole rosse. Le specie del genere Serranus (le altre specie esistenti nel mediterraneo le tratteremo alla voce “SCIARRANO”), sono pesci piccoli che raggiungono al massimo una lunghezza di 35 cm. e per la forma del corpo, allungato e coperto di squame, rassomigliano molto alle cernie. Hanno una sola pinna dorsale di cui la parte anteriore porta 10 raggi spinosi. Tre spine all’anale e una alle ventrali. Sono ermafroditi ed i due sessi giungono a maturità in tempi quasi coincidenti, rendendo quindi possibile l’auto fecondazione. La colorazione varia in relazione al sesso,all’età ed al suo habitat e consiste in un fondo bruno chiaro, striato verticalmente da 7-8 grosse fasce brune irregolari e orizzontalmente da 1-3 linee regolari biancastre. Le pinne sono trasparenti con riflessi azzurri, orlate di bruno. Gli individui che vivono in acque più profonde sono meno colorati. Vive tra gli scogli e la vegetazione della zona costiera, principalmente a 30 e 50 m di profondità, fino ad arrivare a 500 m è comune in tutto il Mediterraneo e le sue carni sono buone. La perchia viene catturata con tremagli, sciabiche e nasse ed anche i pescatori sportivi ne fanno grossa incetta.
Nomi regionali o stranieri: Campania: Perchia o Perchia foretana; Liguria: Perca o Bolaxa; Marche: Sperga o Cranicetta; Puglia: Perchie, Ganele, Chegnele e Ganele; Sardegna: Serrania o Vacca; Sicilia: Sirrania, Buddaci o Burragia; Toscana: Boccaccia, Bolagia o Sbirro; Veneto: Sperga o Donzella;Venezia Giulia: Perega dalmata o Canisi; Francese: Serran; Inglese: Comber; Spagnolo: Cabrilla o Serrà; Tunisino: Burqash.
97) Pesce balestra (Balistes capriscus)
Il Pesce Balestra la famiglia dei balistidae è composta da 26 specie ma nel Mediterraneo, la famiglia è rappresentata da una sola specie che ha una forma inconfondibile. Non è molto comune. Ha corpo ovale, molto compresso lateralmente e piuttosto alto. E’ ricoperto di pelle spessa, cuoiosa e armata interamente di placchette a losanga, che formano una specie di corazza. La testa termina con un muso appuntito. Le aperture branchiali sono ridotte a delle fessure inclinate, situate poco al disopra dell’inserzione delle pinne pettorali. L’occhio è piccolo, situato molto in alto verso il profilo superiore della testa e da esso parte un solco diretto in avanti. Le aperture nasali sono piccolissime, di forma rotonda e situate molto vicine al margine anteriore dell’occhio. La bocca è piccola, con labbra grosse e carnose e porta sulla mascella superiore due file di denti accostate tra loro. Nella mandibola è presente una sola fila di otto denti (centrali più robusti). La linea laterale ha un decorso sinuoso, visibile negli stadi giovanili, non evidente negli adulti, tranne la parte codale. Le pinne dorsali sono due. L’anteriore è formata da tre spine che si possono ripiegare indietro alloggiandosi in un solco dorsale. La posteriore è ampia e a ventaglio, molto simile alla anale alla quale è opposta. I raggi spinosi della prima dorsale sono articolati tra loro in modo che quando si trovano in posizione eretta, non è possibile abbattere indietro il primo se non si agisce sugli altri due, che formano così come una sicura dì scatto in un grilletto. Da ciò deriva il nome di pesce Balestra. La pinna codale varia di forma a secondo la età e negli adulti gli apici si prolungano quasi in filamento. Le pettorali sono piccole e tondeggianti, mentre le ventrali sono trasformate in una placca mobile, rugosa esternamente, unita a una membrana sostenuta da una dozzina di spine, che si congiunge con l’apertura anale. La colorazione va dal grigio piombo a grigio azzurrastro, con riflessi verdastri sui fianchi e biancastri sul ventre. Sul dorso grigio violaceo. Vive in vicinanza della costa su fondali scogliosi e su quelli detritici e algosi con sottofondo di sabbia. Si nutre di molluschi e crostacei, spezzando coi denti gusci e conchiglie. Si cattura occasionalmente con reti strascico o con tramagli. Di ottimo sapore e in alcuni luoghi la sua carne è molto apprezzata. Arriva fino a 40 cm. di lunghezza, ma la taglia media è sui 25 cm. Io lo cucino all’antica, come lo preparava mia Mamma: dopo aver scuoiato, nettato e tagliato a tocchi (non si butta niente ecco perché Pisci Porcu), il pesce va lavato con acqua calda ed aceto (si toglie il sapore di selvatico) quindi soffriggerlo in padella per fargli perdere un po’ di liquido. A parte preparate la salsa di pomodori aromatizzata con finocchio selvatico e quando è cotta immergetevi i tranci di pesce e far cuocere per una ventina di minuti. Lessate una buona pasta fatta in casa e condite con il sugo del pesce. E’ la fine del mondo.
Nomi regionali o stranieri: Calabria: Mola; Campania: Pesce puorco; Liguria: Pescio porcu; Puglia: Pesce puorco; Sardegna: Pisci castangia; Sicilia: Pisci porcu; Veneto: Pesce grillo; Francese: Baliste; Inglese: Frigge-fish; Spagnolo: Pez Ballesta o Bot (Catalano); Tunisino: Hallouf bahr.
98) Pesce castagna (Brama brama)
Il Pesce castagna ha un corpo moderatamente alto, corto, e compresso lateralmente e squamoso. La testa è fortemente compressa ed un muso corto. Ha la bocca grande obliqua e l’occhio ben sviluppato. Possiede una pinna dorsale lunga con il lobo anteriore a forma di falce La pinna codale è molto forcuta, con lobi uguali, stretti e acuti. La colorazione del dorso e della pinna dorsale sono azzurro verde o azzurro indaco, con riflessi metallici scuri. I fianchi sono brillanti per i riflessi dorati e argentati che si schiariscono nella parte ventrale. E’ abbastanza comune nei nostri tranne che nell’Adriatico settentrionale. Si cattura con lo strascico, i tremagli e i palamiti. La carne è buona e viene commercializzato sia fresco che congelato. Ottima se cotta in umido o alla Matalotta ma anche alla griglia servita con Salmoriglio.
Nomi regionali o stranieri: Calabria: Pisciu castagnu; Campania: Castagna di mari, Talieri o Pesce castagna;Liguria: Castagnola o Rundanin; Lazio: Castagna; Puglia: Capone o Lampucha; Sardegna: Nodola o Carraginu; Sicilia: Saracu imperiali o Pisci luna;Veneto: Nodola o Ociada bastarda; Venezia Giulia: Cataluzzo; Francese: Brème de mer; Inglese: Ray’s bream; Spagnolo: Japuta o Castanyola
99) Pesce chitarra (Rhinobatus Rhinobatus)
Il Pesce chitarra ha la forma vagamente somigliante ad una chitarra, da qui il nome, ha il corpo schiacciato dorso-ventralmente nella metà anteriore e si prolunga in avanti con un muso triangolare che porta al centro due creste rostrali cartilaginee abbastanza ravvicinati e parallele. Le mascelle sono brevi, fornite di denti piccoli, ovoidali e uniformi e in una serie se ne possono contare una ottantina circa. Lungo tutta la parte dorsale vi sono una serie di spine acute e robuste di forma conico-uncinata, presenti anche tra le due dorsali. Lungo le carene rostrali si notano altre serie di spine e tutta la pelle del lato dorsale è ruvida al tatto, per la presenza di minutissime scaglie dermiche appuntite mentre la faccia ventrale, risulta più liscia. Il colore del dorso è bruno chiaro con riflessi bronzati, ad eccezione del muso che è molto più chiaro, ocraceo dorato e semi-trasparente. Il lato ventrale è bianco sporco e all’apice del muso si nota spesso una macchia nerastra. Passa la maggior parte del tempo semiseppellita nella sabbia, lasciando sporgere soltanto i globi oculari e le aperture degli spiracoli. Vive a basse o medie profondità massima di 80 m e nelle nostre coste è presente solo intorno alla Sicilia e nel Tirreno. Si cattura occasionalmente con reti a strascico o con palangresi di fondo. La carne non è molto apprezzata e non si trova spesso sul mercato. Può raggiungere i 2 m di lunghezza totale. Si può cuocere come la razza chiodata o il trigone viola.
Nomi regionali o stranieri: Campania: Cetola o Squatra chitarra; Lazio: Mandulino; Puglia: Chetarre o Calascione; Sicilia: Squatru monacu, Pisci chitarra o Mandulinu; Francese: Guitare; Inglese: Guitar fish; Spagnolo: Guitarra.
100) Pesce forca (Peristedion cataphractum)
Il Pesce forca ha l’aspetto simile alle gallinelle o cocci con testa grossa e muso molto allungato ricoperto su ciascun lato da 4 serie di placche dermiche ossificate, carenate e munite di spine rivolte all’indietro. La testa è grossa e ricoperta di placche ossee munite di spine e di creste, con la faccia ventrale appiattita. Le ossa pre orbitali si estendono in avanti molto allungate e danno al muso la forma di rostro appiattito a due punte. Sopra ognuna delle due aperture nasali anteriori vi è una spina. Gli occhi sono grandi e ovali, situati in alto sulla testa. La bocca si apre in posizione inferiore ed è piccola, semilunare e priva di denti. La colorazione va dal rosa scuro al rossastro, più pallido nella zona ventrale. Le pinne hanno la tinta del corpo, tranne le ventrali che sono bianco azzurrastre e la caudale che è rossa alla base e giallo cromo nella parte posteriore. Il margine esterno dell’anale è bianco azzurrastro. Vive in tutto il Mediterraneo solitario e frequenta fondali fino a 500 metri. Si nutre di piccoli organismi viventi nel fango. Si cattura con reti a strascico in profondità. La carne è buona. Raggiunge la lunghezza massima di 35 cm ma si trovano sul mercato generalmente intorno ai 20 cm, comunque è poco commercializzato e si trova solo fresco. Se provate la ricetta n. 35 potreste preparare una minestra di riso con il brodo. E’ ottima.
Nomi regionali o stranieri: Calabria: Pisci curnutu; Campania: Furcale; Liguria: Pescio forca o Furchetta; Lazio: Pesce cornuto; Puglia: Pesce cornute, Tuba o Tubete; Sardegna: Pisci corrudu; Sicilia: Forcata, Raspa rugna, Curnutu o Curnuteddu; Toscana: Forcone; Veneto: Anzoleto de la Madonna;Francese: Malarmat; Inglese: Armed gurnard; Spagnolo: Armado; Tunisino: Serdouk.
101) Pesce lucertula (Synodus saurus)
Il Pesce lucertola ha il corpo molto affusolato compresso lateralmente e la testa simile ad un triangolo con una grande bocca a taglio obliquo. Ha denti aguzzi sia sulle mascelle che sul palato e anche sulla lingua. Ha un’unica pinna dorsale, situata al centro del corpo e la coda biforcuta e ben appuntita. La colorazione è grigio brunastra con riflessi giallastri e alcune macchie più scure lungo il dorso. Occhi giallo oro e ventre bianco. Raggiunge una lunghezza massima di 40 cm. E’ più comune in Sicilia e nel Tirreno, raro invece in Adriaticoe nello Jonio. Frequenta fondali vicini alla costa sabbiosi, ma anche detritici e fangosi ed ha ottime capacità mimetiche.Specie senza grande interesse sui nostri mercati ove compare saltuariamente; commercializzata fresca e le sue carni sono considerate di buona qualità.
Nomi regionali o stranieri: Campania: Lacerta; Liguria: Lagheu; Lazio: Pesce tarantola; Puglia: Strafica; Sardegna: Sazzalunga de mari; Sicilia: Tiru, Tiraciatu, Tiru di siccu o Scarmu; Toscana: Ramarro; Francese: Lézard; Inglese: Lizard fish; Spagnolo: Pez de San Franciscu; Tunisino: Zerzoumia.
102) Pesce martello (Sphyrna zygaena)
Il Pesce martello si riconosce subito per la caratteristica forma a martello del capo e con gli occhi situati alle estremità e provvisti di membrana nittitante. La bocca è molto arcuata ed è munita di denti triangolari e molto appuntiti, il dorso è grigio bruno o verdastro e le punte delle pinne più scure del dorso. La pelle è coperta di scaglie. Vive nei pressi del fondale, in acque profonde, nutrendosi di pesci crostacei e cefalopodi bentonici, per questo motivo la bocca è rivolta verso il basso. Raggiunge i 4 m di lunghezza e 700 kg di peso ma è poco comune in Mediterraneo nelle nostre acque si trova lungo le coste siciliane, raro ovunque e specialmente in Adriatico. Specie vivipara, i piccoli alla nascita misurano già mezzo metro. Ha abitudini pelagiche e nuota lentamente in superficie, facendo sporgere la prima pinna dorsale. Si cattura con lo strascico, con lenze o con palangresi galleggianti. La carne è cattiva.
Nomi regionali o stranieri: Abruzzo: Giammetta; Calabria: Magnusa; Campania: Cape ‘e chiuove, Cape ‘e martello o Magnosa; Liguria: Pei judiu, Pescio scrossua o Marteu; Lazio: Martello o Stampella; Marche: Ciambetta; Puglia: Magnusa o Minghiusa; Sardegna: Pisci carrabineri; Sicilia: Magnusa, Carrabineri, Pisci marteddu o Pisci crozza; Toscana: Ribello o Pesce carabiniere; Francese: Requie Marteau; Inglese: Hammarhead; Spagnolo: Pez martillo o Llunada (Catal.).
103) Pesce pilota (Neucrates ductor)
Il Pesce pilota è un pesce diffuso in tutti i mari, si riconosce per il corpo allungato con testa arrotondata e grossa bocca, pinne forti e muscolose e la coda a due lobi e la colorazione del corpo azzurrastra, con larghe fasce trasversali blu-nero o bruno-nero. Gli individui più giovani hanno colorazione bianco-gialla con strisce brune sfrangiate. E’ una specie pelagica, che ha l’abitudine di precedere pesci di grossa taglia, particolarmente squali e mante ed i branchi dei pesci pilota sono sempre molto poco numerosi e nuotano al largo delle coste. Ha l’abitudine di radunarsi all’ombra di alghe o altri oggetti galleggianti. Il rapporto di questo pesce con gli squali viene descritto come quasi simbiotico ed è estremamente raro che uno squalo si cibi di un pesce pilota tanto che si notano spesso piccoli pesci pilota che nuotano nella bocca degli squali per nutrirsi dei residui di cibo rimasti tra i denti, fornendo in cambio un “servizio” di pulizia. Si alimenta principalmente di crostacei pelagici e altro plancton, ma anche pesci e molluschi. La sua cattura è casuale con reti di circuizione o con lenze trainate. E’ attirato anche dalla luce delle lampare. Ha carne prelibata e raggiunge dimensioni di 70 cm ma sul mercato si trovano mediamente intorno ai 30 cm. Ottimo alla griglia con Salmoriglio o alla Matelalotta
Nomi regionali o stranieri: Calabria: Lampera, Fanfanu o Pampinu; Campania: Npamparo, Nfanfaro o Fanfano; Liguria: Pampanu o Fanfré; Marche: Fanfano; Puglia: Fanfene o Tanfanu; Sardegna: Fanfiru, Fanfaru o Pàmfara; Sicilia: Fanfalu, Pisci d’ummra, Pisci pampana o Pampana; Toscana: Pilotino o Pesce pilota; Francese: Poisson pilote o Fanfare (Prov.); Inglese: Pilot fish; Spagnolo: Pez piloto o Vairò (Catal.).
104) Pesce prete (Uranoscopus scaber)
Il Pesce prete è un pesce di piccola taglia dalla testa molto grossa appiattita e rivestita da placche ossee. E’ munita di una spina velenosa dietro ogni opercolo che provocano pericolose ferite e spesso si difende con l’emissione di scosse elettriche. Ha il corpo cilindrico per la metà anteriore che si restringe in prossimità della coda.Le pinne pettorali sono grandi e le prime due pinne dorsali hanno raggi molli. Raggiungono una lunghezza massima di 25 cm. La colorazione è grigio – brunastra, più scura dorsalmente, biancastra sul ventre, con linee trasversali più scure sui fianchi. Vive sui fondi fangosi dai 15 a 250 m di profondità del Mediterraneo soprattutto in Sicilia e nel Mare Adriatico. Si pesca con reti a strascico, tremagli e nasse. Le sue carni sono buone e si trova sul mercato sia fresco che congelato.
Nomi regionali o stranieri: Abruzzo: Bocca in cielo o Coccane; Calabria: Lumera o Buccuni; Campania: Capa tosta, Bocca in cielo o Boccana; Liguria:Mirou o Pescio praevo; Marche: Bocca in cava; Puglia: Lucerna; Sardegna: Pappacocciula, Coccu o Pische preideru; Sicilia: Camu, Cocchiune, Cuccu o Succi; Veneto: Boca in cao o Chiacchia; Venezia Giulia: Ciacia; Francese: Boeuf, Rat o Miou (Prov.); Inglese: Star-gazer; Spagnolo: Rata, Miracelo o Saltabardissa(Catal.).
105) Pesce San Pietro (Zeus faber)
Il Pesce San Pietro ha un corpo ovaliforme, alto e nettamente schiacciato sui fianchi. La mascella inferiore è sporgente e la bocca, protrattile, può essere estesa parecchio in avanti quando il pesce cerca di afferrare la preda. Presenta nella pinna dorsale con raggi spinosi molto allungati e trasformati quasi in filamenti nella parte terminale.. La pinna dorsale ed anale sono munite alla base, su ciascun lato, di placche ossee recanti una spina, solitamente biforcuta. Raggiunge una lunghezza massima di 66 cm ma comunemente si trova dai 20 ai 50 cm. La colorazione è grigia-verdastra ed ai lati spicca una macchia nera rotonda bordata di bianco (il segno di San Pietro?). Specie abbastanza comune in tutto il mediteranno vive in acque costiere fino a 400m con maggior frequenza tra i 50 e i 150 m al di sopra di zone caratterizzate da fondali fangosi. Si cattura generalmente con lo strascico o con i tremagli. Specie assai apprezzata, regolarmente ma non abbondantemente presente sui nostri mercati; commercializzata fresca o congelata, sia intera che in filetti. Ottimo alla Matalotta o sfilettato, passato nell’uovo sbattuto, impanato e fritto.
Nomi regionali o stranieri: Campania: Pesce Gallo; Lazio: Citula; Liguria: Ratta, Pei san peire o sampè; Puglia: Zetula, Rotula, Cemicè o Pisci cetra;Sicilia: Gaddu, Iaddru, Addru Italu o Pisci gadolu; Francese: Saint-Pierre o Poule de mer; Inglese: Dory; Spagnolo: Pez de San Pedro o Gall (Catal.);Tunisino: Hout sidi sliman.
106) Pesce sciabola o Spatola (Lepidopus caudatus)
Il Pesce sciabola o Spatola è un pesce della famiglia dei Trichiuridi ha un corpo molto allungato, nastriforme, schiacciato ai lati e privo di squame; la testa è grande, con una cresta prominente sulla nuca. La mascella inferiore è più lunga di quella superiore, entrambe sono allungate da un’appendice carnosa ed hanno denti molto acuti e taglienti; la pinna dorsale è bassa e molto allungata, ugualmente quella anale. Il suo colore e bianco-argento ed ha una lunghezza che varia tra i 50 cm ed i 2 metri. Vive in profondità, si avvicina alla costa in primavera dove si cattura con i palancari di profondità, con reti a strascico, tremagli, ciancioli e lenze. E’ diffuso nel Mediterraneo occidentale, è comunissimo nello stretto di Messina e nel mar Ionio e nel Golfo di Napoli. Viene commercializzato fresco e la sua carne bianca-rosata è molto saporita.
Nomi regionali o stranieri: Abruzzo: Pesce Argentino o argentina; Calabria: Spatola; Campania: Squagliasole o Pesci bannèra; Lazio: Pesce bandiera;Liguria: Pescio Jamma o Argentin; Puglia: Argentina o Pisci d’argiento; Sardegna: Pisci lama o Pisci bannera; Sicilia: Spatola o Pisci mavistu; Veneto e Venezia Giulia: Pesce Falce, Argentin o Serpentin; Francese: Sabre o Péis d’ajen; Inglese: Scabbard-fish; Spagnolo: Pez cinto o Sabre (Catal.); Tunisino: Sbata.
Ricette: n. 67 e 68 (Secondi)
107) Pesce serra (Pomatomus saltatrix)
Il Pesce Serra è un pesce dal corpo allungato massiccio e muscoloso, fusiforme, quasi cilindrico e con occhio piuttosto piccolo. La pinna dorsale è bassa e corta, la seconda lunga e più alta spostata verso la coda, la pinna anale opposta alla seconda dorsale. La coda è bilobata. La colorazione blu verdastra dorsale, argentea sui fianchi e ventre, con una macchia nero bluastra alla base delle pettorali; anale con margine biancastro. Ha una lunghezza massima 115 cm. e pesare fino a 10 Kg. Specie comune nel Mediterraneo è una specie pelagica che migra in grandi banchi alla ricerca di cibo, è diffuso in molti ambienti e spazia dalle acque portuali a quelle dell’immediato sottocosta, sia su fondo roccioso che sabbioso. Spesso si inoltra in canali, fiumi e lagune anche sino a dove l’acqua è completamente dolce. Si cattura con reti a circuizone o volanti. Sui nostri mercati compare abbastanza frequentemente ma non una specie particolarmente ricercata e viene commercializzata fresca, congelata, ed affumicata.
Nomi regionali o stranieri: Liguria: Limun; Sicilia: Pisci serra o Rassuia; Toscana: Pesce limone; Veneto: Pesce bianco; Francese: Tassergal; Inglese: Blue-fish; Spagnolo: Anjova; Tunisino: Karradh.
108) Pesce spada (Xiphias gladius)
Il Pesce spada è un pesce pelagico di notevoli dimensioni, può raggiungere i 4 m e mezzo di lunghezza e i 500 Kg di peso, nei nostri mari raggiunge al massimo i 3 m di lunghezza (esclusa la spada) e un peso di 350 Kg; sono peraltro comuni gli esemplari che vanno da 120 a 180 cm. Ha un corpo robusto soprattutto nella parte anteriore, più allungato nella parte posteriore, non ha squame né denti negli esemplari adulti né pinne vertebrali. Ha una mascella inferiore appuntita mentre la mascella superiore ha un lungo rostro osseo, la “spada” che è il prolungamento della mascella superiore, ha bordi taglienti ed è circa un terzo della lunghezza totale del pesce. E’ Dotato di 2 pinne dorsali, 2 pinne anali, una pinna codale forcuta negli adulti. La sua colorazione è di un azzurro scuro sul dorso, argentea sui fianchi e sul ventre. Ritrova in tutto il Mediterraneo e la pesca più diffusa avviene con le palamitare, caratteristica la pesca nello stretto di Messina con le Feluche (imbarcazioni) e con le fiocine. Ha carne bianca-rosata soda e dal sapore delicato, viene commercializzato sia fresco che congelato. Indico solo una ricetta ma tutti sappiamo la bontà del pesce spada alla griglia o in padella con olio, aglio, origano e capperi.
Nomi regionali o stranieri: Calabria: Pisci spada o Spateddu; Campania: Pisce spata; Liguria: Pei spa, Pescio spa, Spado, Espadon o Emperatour; Puglia: Pisci spata; Sicilia: Pisci spata, Spatieddo, Puddicineddu (piccoli); Veneto e Venezia Giulia: Spadon o Pèse spada; Francese: Espadon o Empereur; Inglese: Swordfish; Spagnolo: Pez espada, Emperador o Peiz espasa(Catal.); Tunisino: Bou sif.
109) Pesce violino (Xiphias gladius)
Il Pesce violino si differenzia dal Pesce chitarra perché ha dimensioni più grandi, dal tronco schiacciato dorso-ventralmente nella metà anteriore che si prolunga in avanti con un muso triangolare che porta al centro due creste rostrali cartilaginee meno larghe e raggiunge oltre un metro di lunghezza. Come l’altro la pelle è ricoperta da una zigrino molto fine, un poco più ruvido sul muso e finissimo nel lato ventrale e la colorazione è variabile sul nocciola più o meno ocraceo o grigiastro nella parte dorsale, la zona ventrale è bianca. Spesso le due specie si confondono anche perché le differenze sono minime. Vive sui fondi sabbiosi o fangosi, in basse profondità seppellita a metà nella sabbia o nel fango. Si cattura con reti a strascico e sciabiche. La sua carne, mangiata salata e seccata, è scadente. In Italia si trova nelle zone meridionali, particolarmente in Sicilia.
Nomi regionali o stranieri: Campania: Squatra viuline; Puglia: Calcione o Viulino; Sicilia: Viulinu o Mandulinu; Francese: Violon; Inglese: Guitar fish;Spagnolo: Guitarra; Tunisino: Mohrat.
Vi suggerisco di cuocerlo così: nettate il pesce e tagliatelo a tranci, lessatelo, eliminate le varie parti cartilaginose e la carne rimasta amalgamatela bene con l’Aioli .
110) Pesce volante (Exocoetus voltitans)
Il pesce volante è un pesce con pinne che somigliano a delle ali e grazie alle quali è in grado di volare rasente la superficie marina e raggiungere una velocità di 50 Km orari. Il suo volo fuori dall’acqua dura dai 10 ai 30 secondi e può anche coprire una distanza di 200 metri. Ha corpo allungato che somiglia ai cefali tranne il grande sviluppo delle pinne pettorali. La testa è tozza, con muso breve e occhi molto grandi. Può raggiungere i 30 cm circa di lunghezza ha il ventre bianco argenteo, il dorso blu. E’ specie pelagica che non si avvicina alle coste e si trova sovente mescolata ai banchi di sardine o di acciughe. Ha capacità di volo simile alla rondinella di mare. Si pesca occasionalmente nelle reti di circuizione per la pesca delle costardelle. Ha una lunghezza massima 25 cm. Nel nostre coste si trova particolarmente nel mar Ligure, nel Tirreno specialmente lungo le coste della Sardegna e della Sicilia. Le sue carni sono poco apprezzate ma è buono sia fritto che bollito.
Nomi regionali o stranieri: Campania: Rennenella de mare e Rondinone; Liguria: Rondinina de ma e Arendola; Puglia: Anceledde, Ancediedde e Sciallone de mare; Sardegna: Baladori de bentu o Lissa baladori; Sicilia: Ancileddu, Angilettu, Rinninuni e Ariddu di mari; Veneto: Pesce Barbastrel o Barbastrilo; Francese: Poisson volanteo Hirondelle de mer; Inglese: Flying fish; Spagnolo: Pez volador, Golondrina de mar o Orenyola(Catal.); Tunisino: Khoutiffa.
111) Piè d’asino (Glycimeris Glycimeris)
Il Piè d’asino è una conchiglia bivalve rotondeggiante con bordo bianco e ricoperta da periostraco bruno-rossastro e con striature sia concentriche cha a ventaglio. Vive su fondali sabbiosi. Ed ha una dimensioni media di 7/8 cm. Viene pescato con rastrello e le sue carni non sono molto teneri. E’ abbastanza diffuso nel Mediterraneo e nell’Atlantico. Crudo come antipasto è ottimo.
Nomi regionali o stranieri: Campania: Palora, Paluorde o Cozze ‘e schiave; Puglia: Cozze o Nuce scarpare; Sicilia: Cuppa liscia; Veneto e Venezia Giulia: Piè d’asen; Francese: Amanda de mer; Inglese: Dog-cockle; Spagnolo: Almedra de mar o Petxinot (Catal.); Tunisino: Mahar.
112) Pinna o nacchera (Pinna nobilis)
La Pinna presenta una conchiglia allungata di forma triangolare, le valve sono uguali, anteriormente sono appuntite e arrotondate nella parte posteriore. La superficie è incrostata e speso funge da substrato per l’ancoraggio di piccoli organismi sessili. Si insedia da giovane sul fondale marino sabbioso o sabbioso-fangosi o detritici fra le praterie di posidonie da pochi metri fino a 40 metri di profondità ed inizia a crescere. La colorazione della conchiglia è bruna, l’interno è rossastro e madreperlaceo E’ il più grande mollusco bivalve del Mediterraneo e rischia di scomparire. Può raggiungere anche un metro d’altezza. I giovani hanno una conchiglia fragile, quasi trasparente e ricoperta da escrescenze simili a spine o a scaglie. Gli adulti nascondono, invece, tutta la loro bellezza all’interno. Il suo bisso, la sostanza filamentosa con cui il mollusco si fissa sul fondo marino con l’estremità più aguzza, un tempo era raccolta, specialmente in Sardegna, per la tessitura di preziosi indumenti dai colori cangianti.
Nomi stranieri: Francese: Jambonneau; Sicilia: Ancileddu; Inglese: Fan mussel; Spagnolo: Nacar o Nacre (Catal.); Tunisino: Pines.
113) Polpessa (Octopus macropus)
La Polpessa va subito chiarito non è la femmina del Polpo ma è un’altra specie che ha i tentacoli più lunghi e sottili in proporzione al corpo, la testa più affusolata e la colorazione rossastra con dei puntini bianchi ed ha carni meno pregiate. Anch’essa ha corpo ovale a forma di sacco e otto tentacoli muniti di una doppia fila di ventose e altri due più lunghi ed allargati si estendono lateralmente. Non si mimetizza ma si nasconde velocemente sotto la sabbia o negli anfratti . E’ più piccola rispetto al polpo e vive su fondali rocciosi o a sabbia grossolana fino a 100 m. So che in Liguria ed in Campania lo pescano e lo mangiano ma non è ricercato.
Nomi regionali o stranieri: Campania: Polpo asinisco; Liguria: Scorrià; Puglia: Prupessa o Vurpàscele; Sicilia: Fàracu, Purpu Fraieddu. Frairddu russu o Purpu sareddu; Toscana: Stringa; Francese: Poupe tacheté, Polpe rouge o Poupresse; Inglese: White-spotted Octopus; Spagnolo: Poulpon, Pulpo manchado o patudo; Tunisino: Qarnit sghir.
114) Polpo (Octopus vulgaris)
Il Polpo è un mollusco cefalopode ottopode, con corpo ovale a forma di sacco da cui partono 8 tentacoli muniti di due file di ventose. La colorazione è cangiante e va dal grigio al giallo, con possibili macchie di vari colori quali il verde o alcune tonalità del rosso e del marrone. La lunghezza totale può arrivare anche al metro e pesare 10 Kg ma sono comuni gli esemplari dai 20 ai 30 cm con un peso di 1 o 2 kg Non possiede conchiglia ossea. Ai lati della testa, sono evidenti occhi piccoli, sporgenti lateralmente e sormontati da due protuberanze. Nella parte posteriore del mantello sono presenti da 7 a 11 lamelle branchiali ed un sifone per espellere l’acqua. Al centro delle braccia, è situata la bocca.. Il Polpo può cambiare colore mediante speciali cellule, utilizzate per la trasmissione di segnali e per mimetizzarsi con il fondale. E’ comune in tutto il Mediterraneo e predilige fondali costieri rocciosi o sabbiosi fino ad una profondità di 100 metri. Si pesca tutto l’anno con reti a strascico, attrezzi da posta, è interessante e di antica tradizione la pesca con lo specchio e la fiocina. Il polpo è commercializzato fresco e congelato ed è ottimo.
Nomi regionali o stranieri: Abruzzo: Tolbo o Fulpo; Calabria: Pruppu; Campania: Purpo verace; Puglia: Vurpe o Lèmbeto;Sardegna: Pruppu-eru o Pruppu i terra; Sicilia: Pruppu, Pulpu di paranza o Pulpu maiulinu; Veneto e Venezia Giulia: Folpo; Francese: Pieuvre o Poulpe; Inglese: Octopus; Spagnolo: Pulpo o Pop (Catal.); Tunisino: Qarnit kbir.