Pesci di Mare – Lettera M
66) Magnosa o cicala di mare (Scyllarides latus)
La Magnosa detta anche “cicala di mare”, sistematicamente vicina alle aragoste, è conosciuta anche con il nome di “batti-batti” per il caratteristico rumore che faccio muovendomi nell’ acqua. Ha un corpo appiattito ed antenne foliacee, piatte ed ovali, simili a palette, con il margine anteriore liscio. La colorazione è brunastra con sfumature blu (antennule, antenne ed arti). Può raggiungere i 45 cm di lunghezza. Vive su substrati rocciosi o detritici, a profondità compresa tra i 5 ed i 100 metri. Si confonde con l’habitat in cui vive perché è ricoperta di una patina fangosa. Una specie simile, ma di dimensioni minori (non oltre i 16 cm), è Scyllarus arctus nota come “magnosella”, presente anche all’interno delle praterie di Posidonia. Entrambe le specie si sono notevolmente rarefatte e sono considerate a rischio di estinzione. Le sue carne sono prelibate. Trattatela, in cucina, come l’Aragosta.
Nomi regionali o stranieri: Calabria: Cicala; Campania: Cicala ’e mare; Liguria: Dormignosa o Batti-batti; Sardegna: Cicala;Sicilia: Cicala Magnusa o Zoccolo; Veneto e Venezia Giulia: Cicaleta de mar; Francese: Grande cicale; Inglese: Flat lobster;Spagnolo: Cigarra; Tunisino: Ziz el bahr.
67) Melù o Potassolo (Micromesistius poutassou)
Il Melù è un pesce della famiglia dei merluzzetti con corpo snello, allungato. Bocca grande, con la mascella inferiore leggermente prominente. Linea laterale quasi dritta, ricalcante il profilo dorsale. La terza pinna dorsale la più lunga. Pinna caudale con margine molto incavato, di colore grigio-blu sul dorso, chiaro sul ventre, e lunghezza di circa 35-40 cm. Vive nel bacino occidentale del Mediterraneo ma è molto più diffuso in Atlantico settentrionale dove pescato in abbondanza e viene impiegata per la produzione di farina di carne e per la produzione di bastoncini di pesce o viene venduto affumicato. Le carni sono poco saporite e molli, non viene apprezzato molto dal mercato, la sua importanza commerciale varia a seconda delle regioni; si consuma generalmente fresco. Si pesca con reti a strascico e con i palamiti di profondità. Nelle catture della pesca a strascico le taglie sono in genere comprese tra 10 e 30 cm, mentre esemplari più grandi vengono catturati con palangari di profondità e reti da posta. Nell’Argentario e precisamente a Porto Ercole dopo aver selezionato i migliori esemplari, il “melù” viene sfilettato e, previa salatura, posto ad essiccare. Le fiche maschie non si trovano in commercio, si tratta di un prodotto artigianale destinato totalmente all’autoconsumo. Le fiche maschie a stocchetto, infatti, vengono preparate dai pescatori a bordo dei pescherecci: vengono tese per un giorno o due al massimo per l’essiccazione e poi vengono consumate. Recentemente c’è stata una Sagra delle fiche maschie organizzata dalla Polisportiva di Porto Ercole per il rilancio della tipicità legata a questo prodotto.
Nomi regionali o stranieri: Abruzzo: Morgano; Campania: Lupara; Liguria: Brazullo; Marche: Morgano; Puglia: Pesc sben; Sardegna: Stocco; Sicilia: Marduzza o Luppinu; Toscana: Stocco, Potassole o Fiche; Veneto: Molo de parangal; Venezia Giulia: Ocialone; Francese: Poutassou; Inglese: Blu whting;Spagnolo: Bacaladilla; Tunisino: Nazalli.
68) Mennola (Maena maena)
La Mennola è un pesce della famiglia degli sparidi ed è polimorfa nel senso che cambia sesso (da maschio a femmina).raggiunge circa i 25 cm. di lunghezza, con colorito grigio, riflessi azzurri metallici e una macchia nera caratteristica sulla linea laterale, a metà corpo. I giovani sono molto snelli ed i maschi adulti sono caratterizzati da una specie di gibbosità. Il corpo è rivestito di squame distribuite lungo tutto il corpo. La bocca è piccola, obliqua, molto protrattile, con mascelle uguali e labbro superiore abbastanza spesso, i denti disposti sulle mascelle e sul vomere sono piccoli e puntuti. E’ una specie gregaria, non migratoria, che vive nell’ambiente pelagico in vicinanza della costa dove si concentra in zone più o meno ampie all’epoca della riproduzione. E’ comune in tutto il Mediterraneo e si pesca con reti a strascico o con reti di circuizione. Carne non molto pregiata ma è buona sia fritta che arrostita.
Nomi regionali o stranieri: Abruzzo: Mindola; Campania: Menda o Mindolo; Liguria: Menoa, Menua da custi, Locu; Sardegna: Matta-suldat o Bastarduni; Sicilia: Minnula, Minuta o Biada; Veneto: Menola bianca o Maridola; Venezia Giulia: Menola sciava o Maridola; Francese: Mendole commune; Inglese: Picarel; Spagnolo: Chucla; Tunisino: Zmeimra.
69) Merlano (Merlangius merlangus merlangus)
Il Merlano è un pesce dal corpo snello allungato compresso ai lati, il capo è stretto ed appuntito, sono comuni esemplari di 20-30 cm ma può raggiungere i 50 cm.Possiede tre pinne dorsali contigue, anche le pinne anali sono vicine, la caudale è triangolare e concava all’estremità. Colore grigio argenteo sul dorso, bianco o bianco argenteo su fianchi e ventre. Presenta una macchia sulla base delle pinne pettorali. Taglia comune tra i 30-40 cm, max 70 cm, Vive in banchi nel Mediterraneo nord orientale, lungo le coste tirreniche e adriatiche e nel Mar Nero; predilige fondali fangosi fino ai 100 metri di profondità. Si pesca con reti a strascico e le sue carni sono ottime, particolarmente apprezzate per la loro delicatezza; si consuma solitamente fresco sia fritto che bollito servito con un tritato di prezzemolo ed aglio, olio, limone e pepe.
Nomi regionali o stranieri: Abruzzo: Arface; Liguria: Morgano; Romagna: Mulet; Sicilia: Pisci fica; Veneto: Molo de parangal; Venezia Giulia: Molo;Francese: Merlan; Inglese: Whiting; Spagnolo: Plegonero; Tunisino: Nazalli.
70) Mitilo o Cozza (Mytilus galloprovincialis)
Il Mitilo o Cozza è un mollusco con la conchiglia divisa in due valve (bivalve). La conchiglia è di carbonato di calcio estratto dall’acqua di mare. Le valve sono tenute insieme da un meccanismo a cerniera costituito da 3-4 dentelli. La singola valva ha forma di ovale allungato, squadrato e cuneiforme, con bordo appiattito e ben arrotondato su un lato ed appuntito con uncino terminale lievemente curvato sull’altro. La superficie esterna della valva è formata da sottili cerchi (accrescimento) radiali e concentrici; internamente è liscia. All’interno della conchiglia, il mantello racchiude gli organi interni (branchie, cuore, centri nervosi, intestino, muscoli adduttori, organi riproduttivi, palpi labiali, sifone inalante ed esalante e stomaco). La vita media di questa specie è di circa 4 anni.La colorazione esterna della conchiglia è nerastra o nero violacea. La colorazione interna è madreperlacea, mentre il bordo del mantello è violetto o violetto porpora.La specie può raggiungere una lunghezza massima di 11 cm; la taglia di mercato è di 6 cm, raggiunta in circa 14 mesi. Vive, in condizioni particolari, in lagune o laghi costieri. La Cozza vive nel Mediterraneo, nel Mar Nero ed in Atlantico, dalla Manica fino alle coste del Marocco. Mytilus galloprovincialis è oggetto di pesca professionale, principalmente effettuata da operatori subacquei professionali il suo allevamento, la “mitilicoltura”, viene invece praticato con diverse tecnologie in Adriatico, nello Ionio, nel Tirreno centro-settentrionale e nel Mar di Sardegna. La maggior parte della produzione deriva dall’allevamento. Devono sempre essere acquistati in confezioni sigillate con indicata la data di confezionamento ed il nome del centro di spedizione.
Nomi regionali o stranieri: Campania: Cozza nera o Cozzica; Lazio: Cozze, Dattero nero o Muscolo; Liguria: Dattero nero o Musculu; Marche: Coppola musciolino, Peocio; Puglia: Cozzica o Cozzala, Cozza cionca o de Taranto; Sardegna: Cocciuta de niaccara o Cozzala niudda; Sicilia: Anapinnula, Arcella niura o Cozza nivura; Veneto: Peocio, Peocio de vale; Venezia Giulia: Peocio, Pedòcio; Croazia: Dagnje; Francese: Moule commune; Inglese: Mussel;Spagnolo: Mejillon o Mussclo (Catalano); Tunisino: Tamr el bahr.
71) Molva occhiona (Molva macrophthalma)
La Molva occhiona è un pesce con corpo cilindrico, anguilliforme, coperto di squame molto piccole e aderenti. La testa ha occhio grosso, ovale. La bocca è ampia, il margine posteriore del mascellare arriva circa all’altezza della verticale che passa per il centro dell’occhio. La mandibola, prominente, è munita inferiormente all’apice di un barbiglio frangiato, più lungo nei giovani, I denti nella mascella superiore sono molto piccoli, ganciuti e disposti a scardasso, mentre sulla testa del vomere ve ne sono altri dello stesso tipo più o meno incapsulati nella mucosa in mezzo ai quali ne sporgono una dozzina di altri lunghi, acuminati e robusti, disposti a ferro di cavallo. Le pinne dorsali sono due, la prima molto corta rispetto alla seconda che è lunga più della metà della lunghezza totale, l’anale, anch’essa molto lunga entra invece più di due volte in tale lunghezza e termina sul peduncolo codale, lievemente più indietro della seconda dorsale. La colorazione è grigio-rosa sul dorso, più chiara sui fianchi e bianco-argentea sul ventre, negli adulti. Nei giovani è macchiata di bianco e nero in due serie di scacchi alternati. Queste macchie si affievoliscono con la crescita, fino a sparire quasi completamente negli adulti. Raggiunge la lunghezza di 70 m. La sua presenza nei mari italiani è segnalata più comune nel Tirreno e in Sicilia, più rara in Adriatico e nello Ionio, è diffusissima nell’Atlantico. Si cattura esclusivamente con reti a strascico. Si consuma solitamente fresco sia fritto che bollito servito con un tritato di prezzemolo ed aglio, olio, limone e pepe.
Nomi regionali o stranieri: Calabria: Pisci Palu; Campania: Lupesca, Ronco ‘e funtale o Lupa; Lazio: Ruonco; Liguria: Linarda o Pasiensa; Marche: Priviera; Puglia: Ciapudda; Sicilia: Paddottula di funnali, Stoccafissu, Pisci palu o runcu imperiali; Francese: Lingue o Julienne; Inglese: Spanish ling o Mediterranean ling; Spagnolo: Arbitan o Escola (Catalano).
72) Mormora (Lithognathus mormyrus)
La Mormora è un pesce della famiglia degli Sparidi ha il corpo ovale slanciato, il dorso alto e il muso è allungato. La colorazione del dorso è grigio-bruno chiaro, mentre i fianchi ed il ventre sono argentei; sui fianchi si notano particolari fasce verticali bruno-scure; la parte superiore del muso è scura. La mormora può raggiungere una lunghezza di 45 cm ed 1Kg di peso, ma comunemente si aggira attorno 20-25 cm. E’ un pesce gregario, soprattutto da giovane, che si riproduce in estate, fra giugno e luglio; raggiunge la maturità dopo due anni (individui di 14 cm) ed è una specie ermafrodita proterandrica, (prima è maschio poi diventa femmina). Questo fenomeno è comune a molti Sparidi. La mormora vive su fondi sabbiosi o sabbioso-fangosi, lungo le coste rocciose e presso le praterie marine, da pochi metri fino a 80 m di profondità; è comune in Mediterraneo e Atlantico. Nei mari italiani si trova principalmente in Alto e Medio Adriatico e nel Medio Tirreno, dove viene catturata soprattutto nei mesi estivi ed autunnali con lo strascico, il tremaglio ed anche con i palamiti. Ottima alla griglia, alla Matalotta (vedi salse) ma si può usare anche per le zuppe.
Nomi regionali o stranieri: Calabria: Gajulu o Ajula; Campania: Marmolu o Mirmura; Lazio: Marmarozza; Liguria: Pagai o Mormua; Puglia: Calcioli o Vosceli; Sardegna: Murmungioni; Sicilia: Ajula; Francese: Marbrè; Inglese: Striped bream; Spagnolo: Herrera o Mabre(Catalano); Tunisino: Menkous.
73) Moscardino bianco (Eledone cirrosa)
Il Moscardino bianco è un mollusco cefalopode che, come tutti gli “octopus”, ha otto “tentacoli” con una linea di ventose su ognuno. La colorazione va dal giallastro al rosso-arancio fino al marrone rossastro, con macchie di marrone scuro bruciato, biancastro sulla superficie ventrale. Arriva ad una lunghezza, tentacoli compresi, di circa 40-45 cm. Vive nei fondali sabbiosi-fangosi-rocciosi ad una profondità di 30/100 m. Si pescano con reti a strascico.
74) Moscardino muschiato (Eledone Moschata)
Il Moscardino muschiato ha le stesse caratteristiche del moscardino bianco ma predilige fondali di maggiore profondità. Il colore è marroncino con riflessi grigio-brunastri. Appena pescato emana un caratteristico odore di muschio. Può raggiungere una dimensione massima di 35 cm ed il peso massimo si aggira attorno ai 700 g, le dimensioni ed il peso più comuni sono però 15-20 cm e 100-300 g. Vive su diversi tipi di fondali, nutrendosi di bivalvi e crostacei. Anch’esso si pesca con reti a strascico.
Nomi regionali o stranieri per entrambe le specie: Campania: Polpo asinisco; Liguria: Mouscarin rous; Puglia: Purpo-siccia o Vurpe de paranze; Sicilia: Purpu di siccu, sghirru, purpu biancu o purpiteddu; Francese: Eledone; Inglese: Curled octopus;Spagnolo: Pulpo blanco o Pop blanc (Catalano); Tunisino: Qarnit sghir.
75) Motella (Gaidropsarus mediterraneus)
La Motella è un pesce allungato e compresso ai lati, somiglia molto alla Musdea, ha la bocca molto grande con la mascella superiore prominente. Presenta un barbiglio ai lati di ciascuna narice e uno sul mento. Ha una lunghezza massima di 50 cm e la sua colorazione è brunastra, variamente scura, uniforme o variegata di linee più chiare, schiarentesi centralmente e con la presenza di piccole macchiette biancastre in particolare lungo la linea laterale. Specie comune nei nostri mari vive su fondali rocciosi fino a 400 m di profondità. Viene pescata con reti a strascico, palamiti e nasse. Le sue carni sono molto fini ma è di scarso valore commerciale perché deperisce facilmente. Buona bollita e servita con un tritato di prezzemolo ed aglio, olio, limone e pepe.
Nomi regionali o stranieri: Calabria: Papotula; Campania: Musdea ‘e funnale; Liguria: Belus, Mosella o Fustella de fundo; Puglia: Joula, Musciaredda o Varvarella; Sardegna: Mustilla, Luisa o Maria luisa; Sicilia: Baddrottula di funnu, Furettu, Mustia di funnali o pisci lupu; Francese: Mostelle; Inglese: Three-bearded rockling; Spagnolo: Bertorella o Fura (Catalano); Tunisino: Gelingik.
76) Murena (Muraena helena)
La Murena ha un corpo anguilliforme è un serpentone con occhio rotondeggiante, bocca con mascella un po’ sporgente e una bocca con denti lunghi ed affilati. La colorazione è bruno-castana con macchie gialle di varia tonalità. Manca delle pinne pettorali e la pelle è priva di squame e ricoperta di una sostanza grassa. Raggiunge buone dimensioni, oltre il metro e mezzo. Ha abitudini notturne; durante il giorno è difficile incontrarla fuori dalla tana. Si nutre di polpi, cefalopodi, piccoli crostacei e pesci che individua grazie all’olfatto ben sviluppato. Il morso può essere pericoloso, in quanto i micro organismi presenti nella bocca provocano la rapida infezione della ferita, è comunque doloroso e causa ampie lacerazioni che si rimarginano lentamente. Vive in fondali rocciosi costieri ricchi di fessure ed anfratti entro i quali si nasconde. Le carni sono buone ma molto grasse. La pesca avviene con i palamiti.
Nomi regionali o stranieri: Calabria: Murina; Campania: Morena; Liguria: Muena; Puglia: Murena pinta; Sardegna: Murina anguiddarggiu; Sicilia: Murina monaca, Marajuni o Garajuni; Francese: Murene; Inglese: Moray eel; Spagnolo: Morena; Tunisino: Mrina.
Il modo migliore per mangiarla è stufarla: dopo averla pulita e tagliata a tocchi ( buttate via la parte finale della coda dall’ombelico in giù perché è piena di spine) infarinarla e soffriggerla, a parte preparare una salsa di pomodoro e dopo averla cotta immergere dentro i pezzi di murena e lasciarla cuocere a fuoco medio almeno per una ventina di minuti aggiungendo nella salsa un rametto di finocchio selvatico. Condire, con il sugo ottenuto, una pasta fatta in casa.
77) Murice o Ragusa (Bolinus brandaris)
Il Murice o Ragusa è un mollusco gasteropode che assomiglia ad una grossa lumaca. Questa specie è probabilmente la più caratteristica e nota dell’intero Mediterraneo; si distingue senza difficoltà per le dimensioni ed il lungo canale sifonale. I giri sono compatti, la spira poco elevata. Lungo i giri si rilevano numerosi ed evidenti arresti di crescita ad intervalli regolari, in corrispondenza di ciascuno dei quali sporgono due spine, una alla spalla ed una più in basso e visibile solo nell’ultimo giro. Un altro giro di spine, generalmente meno vistose, si presenta verso la metà del canale sifonale. Tali spine sono di solito più pronunciate negli esemplari giovanili. La superficie esterna è corrugata e percorsa da numerosi cordoncini spirali. Esistono due specie di murici, entrambe commestibili anche se di sapore diverso, una con sifone lungo e spine e l’altra di colore ancora più scuro, fino al bruno rossiccio, con sifone corto e senza spine. Quello a destra è un esemplare teratologico; le difformità in questa specie divengono facilmente notevoli, soprattutto quando riguardano il lungo canale sifonale: esso infatti, in caso di frattura durante la vita del mollusco, difficilmente può essere ripristinato alla perfezione, conferendo alla conchiglia fogge singolari. Anticamente da questi molluschi si ricavava la porpora, con la quale Fenici e Romani dipingevano le tuniche delle personalità più importanti; data la scarsa quantità di sostanza colorante che si poteva ottenere da ciascun animale (circa un grammo da 8000 molluschi) era necessario un numero elevatissimo di molluschi per tingere un solo capo. Il murice è comune in tutto il Mediterraneo, in particolare in Alto Adriatico. È carnivoro, si ciba di organismi morti e di molluschi, in particolare di ostriche e patelle, delle quali perfora il guscio secernendo una sostanza acida. Bollitele estraete la parte edibile (prima parte dell’animale quella dura) e condirle con olio ed aceto. Ottimo antipasto.
Nomi regionali o stranieri: Campania: Sconciglio; Liguria: Cornetti, Rocchetta o Ronseggio; Marche: Crocetta o Ragusa; Puglia: Kueccele; Sardegna: Buccuni mannu o spinusu; Sicilia: Muccuni o Buccuni; Veneto: Bulo maschio o Garusolo; Francese: Rocher epineux; Spagnolo: Canadilla.
78) Musdea o Mostella (Phycis Phycis) (Phycis Blennioides)
La Musdea o Mostella ha corpo allungato, rigonfio nella parte anteriore e compresso e rastremato in quella posteriore. Testa grossa con muso corto e bocca ampia con la mascella superiore lievemente sporgente sull’inferiore. L’occhio è relativamente grande, rotondo, con iride argentea. Il corpo è cosparso di piccole scaglie lisce che si distaccano molto facilmente e che non sono molto appariscenti, perché ricoperte di un sottile strato mucoso. E’ carnivora e si pesca con reti a strascico o con palamiti, tremagli e nasse. Sono rappresentate nelle fote le due specie pià comuni nel Mediterraneo la Musdea bianca (Phycis Blennioides) e la Musdea nera o di scoglio(Phycis Phycis). La bianca si distingue dalla nera per il colore più chiaro, e per le pinne ventrali bifide più lunghe e mentre la nera vive in acque poco profonde su fondali rocciosi, negli anfratti bui l’altra si trova anche su fondi fangosi, tra 100-200 m.. Comune nei mari italiani non supera i 50 cm di lunghezza. Le sue carni sono molto delicate e gustose se bollite e servite con un tritato di prezzemolo ed aglio, olio, limone e pepe.
Nomi regionali o stranieri per la Musdea bianca: Campania: Zoccola ‘e funnale, Fica, Pesce fica; Liguria: Mustella gianca;Lazio: Zoccola o Postema; Marche: Galluccio; Puglia: Musciaredda, Pesce muscio, ‘Nzorba o Mosci; Sardegna: Figa masciu, Musdea, Musdella o Mustía; Sicilia: Mùstia de funnu, Mùstia, Lupu di funtali o Lupu ‘i rina; Veneto e Venezia Giulia: Mustie, Figo, Pesce figo; Francese: Mostelle de fond; Inglese: Forkbeard; Spagnolo: Brotola.
Nomi regionali o stranieri per la Musdea nera: Campania: Musdea o Pesce fica; Liguria: Mustella de scheuggiu; Lazio: Postema o Postemula bruna ; Marche: Moschizza; Puglia: Mosci; Sardegna: Mogliola o Mustía; Sicilia: Mùstia o Lupu di rocca;Veneto: Pesce sorze; Venezia Giulia: Sorzo; Francese: Mostelle; Inglese: Forkbeard; Spagnolo: Brotola de roca.