Pesci di Mare – Lettera L
57) Lampreda (Petromyzon marinus)
La Lampreda è un pesce anguilliforme corpo cilindrico che termina a punta, compresso nella parte posteriore; doppia pinna dorsale, situate sulla metà posteriore del dorso e assai vicine tra loro, la prima, più bassa, ha forma subcircolare, la seconda triangolare; bocca ovale con piastra sopraorale munita di due denti vicini tra loro, piastra suborale con 7-9 denti e 4 piastre labiali con due denti ciascuna; colorazione dell’adulto bruno nerastra sul dorso, a macchie scure su fondo giallo verdastro sui fianchi, biancastro il ventre; nei giovani la colorazione è uniformemente bruno chiara. La pelle, nuda, è ricoperta dì muco vischioso. dimora presso la zona litorale marina; specie anadroma, risale lungo i fiumi nei periodo riproduttivo che ha luogo in zone con corrente rapida e fondali ghiaiosi e sassosi; i giovani vivono in acque fluviali calme con fondo fangoso fino alla metamorfosi. E’ una specie che sopporta notevoli sbalzi di salinità e di temperatura e, pertanto, si può trovare in acque dolci o salmastre, ma, anche, in mare fino a 600 metri circa di profondità. Gli stadi larvali si nutrono di plancton e quelli adulti sono parassiti di altri pesci, di cui succhiano il sangue (forse loro unico nutrimento). Non abboccano agli ami e vengono raramente prese con le reti. Può raggiungere una lunghezza massima di 90 cm. Hanno una carne più delicata delle anguille e si cucinano allo stesso modo.
Nomi regionali o stranieri: Campania: Zugapece; Liguria: Lamprua, Magna-peixe o Sussa-peixe; Puglia: Gianfreta o Sanguetta de mare; Sardegna:Sugapixi; Sicilia: Alampia, Alampina o Alampuia; Veneto: Sapiotto o Bigatto flauto; Venezia Giulia: Magna pegola; Francese: Lamproie o Sept yoeux;Inglese: Sea lamprey; Spagnolo: Lampreda de mar o Llampresa de mar (Catalano).
58) Lampuga (Coryphaena hippurus)
La Lampuga è l’unico esemplare dei cofinedidi che vive nel Mediterraneo, a causa delle differenze morfologiche visibili tra adulti e giovani (che hanno il muso tondo), o tra femmine e maschi (riconoscibili dalla forma gibbosa della testa), in passato si pensò che fossero molte le specie della famiglia dei Corifenidi alla quale viceversa la Lampuga appartiene da sola. L’unico esemplare che vive nel Mediterraneo (arriva fino a 1 m. e a 15 kg) è infatti la “Coryphaena hippurus”. Grande differenza tra il maschio adulto e la femmina sta nella forma della testa. La pelle è coperta di piccole squame, gli occhi sono piccoli e tondi, la bocca obliqua, le mandibole prominenti paiono segnalare l’indole aggressiva e mordace di questo pesce pelagico, che assale prede a galla e a mezz’acqua. Il colore è l’aspetto più strano di questo pesce bellissimo. Va dal blu all’azzurro e dal verde al giallo con toni dorati. Ma perde questa fantsmagorica pigmentazione subito dopo la morte e la vivacità cromatica sfuma nel grigio. Le Lampughe vivono in branchi in mare aperto lontano dalle coste, hanno acrobatiche capacità natatorie e amando l’ombra i pescatori le cercano sotto i corpi galleggianti (tronchi, relitti, boe, altro) o creano un pagliolato composto da canne, dette “le cannizze” che servono per attirare le lampughe o “capuni”. Si pesca tutto l’anno al largo della Sicilia e della Sardegna, nelle acque dell’Elba e nel Basso Adriatico. Ottime fritte in saor (Vedi ricetta secondi spatola n. 68). Quelle grosse sono buone al forno o in umido.
Nomi regionali o stranieri: Campania: Lampuca o Pampano; Liguria: Pappagallo o Indorada; Puglia: Capone o Lambrucha; Sardegna: Cavaglia; Sicilia: Capuni; Veneto: Catalusso o Ombria; Venezia Giulia: Cataluzzo; Francese: Coriphene; Inglese: Dolphin fish; Spagnolo: Lampuga o Llampuga (Catalano).
59) Lanzardo (Scomber japonicus colias)
Il Lanzardo è un pesce che somiglia molto allo sgombro, ha però l’occhio molto più grande e un corsaletto evidente, oltre alla presenza della vescica natatoria; la prima pinna dorsale ha un numero minore di raggi spinosi. La colorazione è simile a quella dello sgombro verde-bluastra, ma ha le strisce vermicolari nere del dorso più strette, più interrotte e meno evidenti. Anche la presenza di macchie scure sui fianchi argentati, lo differenzia dallo sgombro. Spesso si rinviene una fascia dorata longitudinale, che va dall’opercolo alla pinna codale. E’ presente in tutto il Mediterraneo e si pesca come lo sgombro cioè con reti a circuizione (ciancioli) con le lampare. Si trova in commercio fresco, salato o sott’olio. E’ di grande importanza, infatti, per l’industria conserviera. Ottimo alla griglia servita con Ammogghiu o Salmoriglio .
Nomi regionali o stranieri: Calabria: Polaurittu, Strummu cucuzzaru, Mutuli; Campania: Lacerto o Scurtone; Liguria: Cavalla, Cagnassa, Strombo; Lazio: Maccarello, Cavalla o Ganzariolo; Marche: Lanciardo o Lucardo; Puglia: Culeo, Maccarieddo, Lacerto, Lazarteo Scummarieddo; Sardegna: Scumbru o Pisci scurmu; Sicilia: Uocchi ruossi, Strummu, Scurmu ucchiutu, varatulu, ucchiazza o occhi grossi; Toscana: Occhione; Veneto: Lucardo, Lanzardo o Ganzariol; Francese: Maquereau espagnol o Cavallo; Inglese: Chub mackerel; Spagnolo: Estornino o Bisso (Catalano); Tunisino: Skoumbri; Turco: Kolyoz.
60) Latterino (Atherina mochon)
Il Latterino è un piccolo pesce che vive in banchi in prossimità degli estuari. Caratteristico è il suo colore argenteo, la sacca che contiene le uova è di un argento vivo molto bella. Ha una lunghezza massima di 15 cm. Ne esistono 3 tipi nel Mediterraneo: oltre all’Atherina mochon c’è l’Atherina hepsetus e l’Atherina boyeri. Viene confuso spesso con l’acciuga dalla quale si distingue per avere due pinne dorsali. Carni non molto pregiate è buono sia fritto che bollito.
Nomi regionali o stranieri: Abruzzo: Augurette, Argendine o Lattarone; Calabria: Curunedda; Campania: Cecenielle o Lavone sardaro; Marche: Agone o Lucardo; Sardegna: Lattarina o sicretu; Sicilia: Attarina, Curunedda o Muccu; Toscana: Crogiolo sardinaro; Francese: Pretre o Siouclet; Inglese: Atherine o Sand-smelt; Spagnolo: Pejerrey; Tunisino: Bou chaiara; Turco: Gumus.
61) Leccia – Leccia Amia(Lichia amia)
La Leccia è una specie abbastanza comune nel Mediterraneo ha il corpo allungato di forma romboidale molto compresso ai fianchi ed il muso acuto. Ha 2 pinne dorsali la prima piccola e spinosa, la seconda contigua e con la parte anteriore più ampia di quella posteriore. La pinna anale speculare rispetto alla seconda dorsale, anche come andamento dell’ampiezza della pinna, pettorali e ventrali piccole e poco allungate, caudale a due lobi ma non molto ampia. Le pinne sono di colore grigio con le estremità nere. Il corpo è di colore grigio-verdastro sul dorso, fianchi argentei e linea laterale nerastra. Arriva fino a due metri di lunghezza e a 50 kg di peso, molto frequente la taglia commerciale di qualche kg (tra 40 e 100cm). Predilige sia i fondali sabbiosi, ma spesso si porta intorno alle secche rocciose per cacciare, che le acque portuali e le foci dei fiumi che può risalire anche per lunghi tratti. La Leccia è carnivora e le sue prede preferite sono cefali (soprattutto vivi), triglie, cefalopodi, sardine. Si cattura sia con le reti a strascico, con i le volanti e con i palangari. In cucina può sostituire benissimo il tonno. Il modo migliore, secondo me, per gustarla è alla griglia servita con Salmoriglio .
Nomi regionali o stranieri: Calabria: Cavagnola o Aliciastra; Campania: Liccia; Liguria: Serrena; Lazio: Ombrina leccia; Marche: Aliccia; Puglia: Arciola o Lupina; Sardegna: Lizzu o Sirviola; Sicilia: Licciolu o Sibiola; Toscana: Aluzzo; Veneto: Lissa; Venezia Giulia: Lisa; Francese: Liche né-bè; Inglese: Leerfish; Spagnolo: Palometon o Palomida (Catalano); Tunisino: Shabata; Turco: Akya.
62) Leccia stella (Tracinotus ovatus o glaucus)
La Leccia stella a differenza della Lichia amia ha la prima pinna dorsale formata da raggi liberi non uniti fra loro e tutte le sono appuntite ed hanno una bordatura scura. Il colore è grigio azzurro sul dorso, argentato sui fianchi. Possiede da 3 a 6 macchie nere ovali lungo la linea laterale. E’ anch’essa molto comune nel Mediterraneo è carnivora come l’altra, si pesca con reti a strascico o a circuizione. Le sue carni sono molto buone ed in cucina si usa come la precedente.
Nomi regionali o stranieri: Abruzzo: Pesce facile; Calabria: Cavigghiola ‘mperiali; Campania: Ricciola; Liguria: Leccia bastarda; Lazio: Ombrina stella; Puglia: Arciola o Lupina; Sardegna: Sirviola; Sicilia: Sfodero o Cionara; Toscana: Pesce stella; Veneto: Lissa;Venezia Giulia: Lisa; Francese: Palomine; Spagnolo: Palometa blanca; Tunisino: Shelbout.
63) Linguattola (Citharus linguatula)
La Linguattola è un pesce piatto dal corpo ellittico allungato; il muso è appuntito e gli occhi sono situati sul lato sinistro del corpo. Si distingue dagli altri pesci piatti per la presenza di una spina sulla pinna pelvica. Può raggiungere 25 cm di lunghezza ma comunemente si trova da 10 a 20 cm. La colorazione è grigio-giallastra o paglierino chiara translucida. Sulle coste italiane è considerata abbastanza comune. Vive su sabbia e fango fino a 300 m. di fondo, è carnivora e si pesca con le reti a strascico. La sua carne non è molto pregiata, ma fritta è ottima.
Nomi regionali o stranieri: Campania: Suacia de fango; Liguria: Pampaloti o Petrale; Marche: Zanchetta o Cianchetta; Sardegna: Palaja; Sicilia: Linguatedda., Tampa di funnu o Tampicedda; Toscana: Passara o Linguattola; Veneto: Pataracia de quarnero; Francese: Fausse limande; Spagnolo: Solleta; Tunisino: Balay.
64) Luccio di mare o Barracuda (Sphyraena sphyraena)
Il Luccio di mare è parente stretto del più famoso Barracuda, ha la forma affusolata, il muso appuntito e la mascella inferiore prominente. La bocca e provvista di denti molto aguzzi e sottili. Il dorso è grigio bluastro o verdastro, lungo i fianchi si trovano delle striature a banda scure, il ventre è argenteo. Ha 2 pinne dorsali di cui la seconda speculare e parallela a quella anale. Pinna caudale è biforcuta. Può raggiungere 1 metro di lunghezza, comune attorno ai 30/40 cm . Sempre più raro lungo le coste e in bassi fondali, il Luccio marino pare prediligere i grandi spazi liquidi e profondità sempre più impegnative. E’ poco comune nel Mediterraneo e si pesca o con lo strascico o con i palamiti. Io l’ho cucinata al forno come la Palamita (Vedi secondo n. 48) ed è risultato eccellente.
Nomi regionali o stranieri: Abruzzo: Schermo; Calabria: Aluzzo; Campania: Aluzzo; Liguria: Lussao de mar o Spigon; Sardegna: Luzu; Sicilia: Luzzu;Veneto e Venezia Giulia: Merluzzo salvadego; Francese: Becune europeenne o Brochet de mer; Inglese: European Barracuda; Spagnolo: Espeton;Tunisino: Moghzel.
65) Lumachino Bombolino (Nassarius mutabilis)
Il Lumachino Bombolino è un mollusco gasteropode con conchiglia tondeggiante a spirale e con apertura di forma semicircolare. La superficie esterna è liscia di colore giallo bruno e con delle macchioline irregolari più scure. Vive nei fondali sabbiosi e fangosi intorno ai 20 metri di profondità e si trova in grandi quantità nella laguna veneta e nella fascia costiera adriatica dove vengono pescati in notevole quantità con reti a strascico ma soprattutto con nasse o cestini a forma di tronco di cono, fatti di metallo e rete, dentro le quali viene messa un’esca che attira l’animale. Si vendono nei mercati ittici ma la misura deve essere superiore ai 18 mm. e solo se vive e fresche e, prima di essere vendute, non subiscono alcun trattamento in quanto la loro alimentazione non è legata alla filtrazione dell’acqua marina. Le carni, molto buone, sono largamente consumate come antipasto in sauté e gratin.
Nomi regionali o stranieri: Campania: Cuccioletta o Maruzzella; Marche: Bombetto; Romagna: Lumaghein; Veneto: Bumbulin; Francese: Nasse ceinture;Inglese: Changeable Nassa; Spagnolo: Mugarida lisa.