Pesci di mare – Lettera G
43) Gamberello o Gambero delle rocce (Palaemon serratus)
Il Gamberello vive in acque poco profonde in vicinanza delle coste. Ha il corpo traslucido e raggiunge una lunghezza massima di 7 cm. Il corpo è attraversato da bande tenui di vario colore che vanno dal verde al rossiccio. E’ facile incontrarli lungo tutte le coste del Mediterraneo. Sono ottimi da mangiare.
Nomi regionali o stranieri: Abruzzo: Salippico; Campania: Gammaro gentile; Liguria: Gambao o Macotto; Puglia: Ammarjedde o Rammarielle;Sicilia: Gambero formicolito o Ammareddru; Toscana: Maggese; Francese: acrevette rose; Inglese: Common Prawn;Spagnolo: Quisquilia o Camaron; Tunisino: Gembri.
44) Gamberetto grigio o della sabbia (Crangon Crangon)
Il Gamberetto grigio è un crostaceo molto umile ed anche uno dei più piccoli. Ha una lunghezza media di 5 o 6 cm e massima fino a 9 cm. Come tutti i gamberi ha il cefalotorace allungato a forma conica, decapode con il primo paio di piedi a forma di pinza che non si chiude, rostro scanalato con punta tondeggiante e due antenne filiformi. Il colore e grigio-bruno. Si pescano con reti a strascico in tutto il Mediterraneo sui fondali sabbiosi e su praterie costiere entro i venti metri di profondità, molto presente nelle lagune e negli estuari dei fiumi. In due minuti si cuociono e sono ottimi come antipasto.
Nomi regionali o stranieri: Campania: Gammariello o Ammere a rena; Liguria: Gambao; Puglia: Iammariello o Rammariello; Sardegna: Saldarola; Sicilia: Ammareddru; Veneto,Venezia Giulia: Schila; Francese: Crevette grise;Greco: Psili garida; Inglese: Brown Shrimp o Shrimp; Spagnolo: Quisquilia gris; Tunisino: B’rgouth bahr.
45) Gambero imperiale o Mazzancolla (Penaeus Kerathurus)
Il Gambero imperiale o Mazzancolla è uno dei gamberi migliore. Come tutti i gamberi ha il corpo coperto da carapace e compresso lateralmente. Ha un rostro con 10-11 dentelli e due lunghe antenne filiformi e la coda a forma di ventaglio. Il colore è marroncino grigio con riflessi gialli e rossastri. Può raggiunger un lunghezza massima di 22 cm. Vive tra 20 e 50 m di profondità, vive sepolta durante il giorno nei fondali sabbiosi costieri prossimi alle foci dei fiumi. Le sue carni sono eccellenti e si trovano in commercio sia freschi che congelati.
Nomi regionali o stranieri: Calabria: Gambero mazzigognu; Campania: Mazzacuognu o Gammaro ‘e funnale; Liguria: Sparnocchia; Puglia: Ammaro o Lammaro; Sicilia: Ammaru imperiali; Veneto,Venezia Giulia: Granzo; Francese: Caramote o Grosse crevette; Greco: Garida; Spagnolo: Langostino o Llangosti (Catalano); Tunisino: Gembri kbir o crevette royale.
46) Gambero rosa o bianco (Parapenaeus longirostris)
Il Gambero rosa o bianco è il crostaceo più comune del Mediterraneo ed anche il migliore dal punto di vista è il crostaceo più comune del Mediterraneo ed anche il migliore dal punto di vista organolettico ha carni molto buone e dal gusto delicato, ma il valore economico è inferiore rispetto ad altri peneidi. Viene commercializzato sia fresco che congelato. Come tutti i Peneidi il corpo del gambero rosa è compresso lateralmente e la parte anteriore è ricoperta da un carapace da cui si diramano 13 paia di appendici. Sul carapace è presente un caratteristico dente che permette di distinguere facilmente il gambero rosa dagli altri Peneidi; sulla superficie laterale sono presenti due suture longitudinali ben evidenti. La superficie esterna del gambero rosa è praticamente liscia e priva di setole. Il rostro del gambero rosa è diritto o appena sinuoso e leggermente incurvato verso l’alto, dotato di 5-9 spine nella parte dorsale e privo di spine in quella ventrale. Il rostro prosegue posteriormente in una carena fin quasi al bordo del carapace. Gli occhi sono peduncolati e privi di tubercoli. Può raggiungere una lunghezza massima di 15 cm. La colorazione è rosa-arancio tendente al rosso-violaceo sul carapace e, soprattutto, sul rostro. Il gambero rosa vive in acque piuttosto profonde e viene pescato principalmente con reti a strascico e rappresenta un’importante specie commerciale per le flotte di tutti i paesi Mediterranei.
Nomi regionali o stranieri: Sicilia: Ammaru biancu; Francese: Crevette rose du large; Greco: Garidaki; Spagnolo: Gamba (Catalano); Tunisino: Gembri sghir.
47) Gambero rosso (Aristeus antennatus)
Il Gambero rosso del mediterraneo è una specie demersale, predilige fondi fangosi e vive tra i 200 e 1000 m, ma è più comune a profondità comprese tra i 300 e gli 800 m. Vive in banchi e si nutre di piccoli organismi animali e vegetali. Il Gambero rosso del mediterraneo è di taglia media, con corpo compresso lateralmente, costituito da una parte anteriore (cefalotorace) ed una parte posteriore (addome) segmentata. Il cefalotorace è ricoperto di una robusta corazza (carapace) con numerose spine ed è provvisto di 13 paia di appendici, tra cui un paio di antennule, di antenne, di mandibole, 2 paia di mascelle, 5 paia di arti per la locomozione (o pereiopodi). Quattro paia di pereiopodi terminano con una piccola pinza. Il cefalotorace è seguito dalla regione posteriore o addome, che è costituita da 6 segmenti articolati, lisci ed intersecati longitudinalmente da una piega, di cui i primi 5 sono muniti ciascuno di un paio di appendici per il nuoto (pleopodi) ed il sesto è formato da appendici a lamelle (uropodi) e termina con un ventaglio. Il carapace è armato da un rostro munito nella parte superiore di tre denti. Il rostro presenta un dimorfismo sessuale (più lungo nelle femmine), particolare che permette una sommaria identificazione del sesso. I grossi occhi sono localizzati su un peduncolo sotto il rostro e che sormonta l’apparato boccale.La colorazione del corpo è rosso-chiara o rosea, con sfumature violacee nella parte superiore del carapace e lungo le giunture dei segmenti dell’addome. La lunghezza massima di questa specie è di circa 22 cm, comune a da 10 a 18 cm. Viene pescato con reti a strascico e si trova in commercio sia fresco che congelato. Le su carne sono ottime. I pescatori di Mazara del Vallo consigliano, per tutti i crostacei da loro pescati, quelli congelati a bordo in quanto su essi usano meno conservante.
Nomi regionali o stranieri: Campania: Gammaru russo; Liguria: Gambao rossuciaeo; Sicilia: Ammaru russu; Francese: Crevette rouge; Inglese: Red Shrimp; Spagnolo: Carabinero o Gamba Rosada (Catalano).
48) Garizzo (Spicara flexuosa)
Il Garizzo ha corpo ovale, muso appuntito, occhi grandi e il corpo ricoperto di squame. Si distingue dai congeneriMaena o Centrachantus per la lunghezza della testa che è uguale all’altezza del corpo e per il diametro oculare che è maggiore. Il muso è più appuntito di quello della mennola e la bocca, molto protrattile, è un poco più ampia. La parte spinosa della pinna dorsale è più alta della parte a raggi molli e l’incisione tra le due parti è lievemente più accentuata. La colorazione è grigio bruna sul dorso e argentea sui fianchi, al centro del corpo al di sotto della linea laterale si trova una macchia rettangolare scura. Raggiunge una lunghezza massima di 21 cm il maschio, 18 cm la femmina ma è comune da 10 a 18 cm. Le femmine sono molto più chiare. È una specie ermafrodita con inversione sessuale. Il maschio nel periodo riproduttivo presenta una livrea nuziale particolare: pinne ventrali scure e macchie e linee longitudinali blu lungo il corpo. E’ una specie gregaria non migratrice, il cui habitat si estende verso profondità maggiori tra i 70 e i 130 metri circa, su fondali in prevalenza fangosi e si pesca con reti a strascico, reti a circuizione, tremagli e con le nasse. Specie comune in tutto il Mediterraneo, le catture maggiori vengono effettuate in Liguria. Le sue carni sono buone specialmente fritte e con il Mattarocch.
Nomi regionali o stranieri: Calabria: Sgargi; Campania: Spicaro; Lazio: Spigaro; Liguria: Menua de fangu; Marche: Minnola schiavona; Puglia: Nzimburu, Zammaredde o Sbirre; Sardegna: Bocci sardau, ciarla o mascu de ciuccara; Sicilia: Spicaro, Spicareddu, Mammalucco; Macchettu o Maccarruneddu (il novellame); Toscana: Sigolo; Veneto: Garisso, Gavizzo o Menola bianca; Venezia Giulia: Menola sciava; Francese: Giarrell o Gerle;Inglese: Pickarel; Spagnolo: Picarel o Gerla.
49) Gattopardo (Scyliorhinus stellaris)
Il Gattopardo appartiene all’ordine degli squaliformi di piccola taglia raggiunge infatti una lunghezza massima di 120 cm è normalmente di colore grigiastro o bruno cinereo con macchie scure abbastanza grandi. Ha il muso corto e arrotondato, gli occhi allungati orizzontalmente. Vive nei fondali rocciosi ed è abbastanza comune in tutto il Mediterraneo. In cucina può sostituire il Palombo, buone le polpette.
Nomi regionali o stranieri: Abruzzo: Gattuccia; Campania: Sgatto o Sgattolo; Liguria: Gatta d’argua o Gattusso;Marche: Gattuccia; Puglia: Iattu, Liobardo, Staddotu; Sardegna: Ganiottellus, Gattu cinturini, Gattu steddari; Sicilia: Labardu o Cazzuni; Veneto: Gatta nostrana e Gatta d’asprea; Venezia Giulia: Gatta o Gatta schiava; Francese: Grande roussette; Inglese: Nurse hound o Huss; Spagnolo: Alitan o Gatvaire (Catalano); Tunisino: Qattous.
50) Gattuccio (Scyliorhinus canicula)
Il Gattuccio è, a tutti gli effetti, un piccolo squalo, molto vorace, ma non pericoloso per l’uomo. Può arrivare a una lunghezza massima di settantacinque/ottanta centimetri. La bocca è, come tutti gli squali, situata sotto la testa ed è fornita di numerosi denti, piccoli e con un numero di punte variabile. Il corpo è slanciato e fusiforme, assottigliandosi gradualmente verso la coda; il muso è arrotondato e gli occhi sono ovali, senza membrane nittitanti e hanno una spessa piega della pelle lungo il margine inferiore. Le aperture branchiali sono cinque, piccole, e le ultime due sono situate sopra la pinna pettorale. La pelle è ruvida e un tempo veniva usata per levigare il legno, l’alabastro e il rame. Le pinne dorsali sono due; la prima in posizione posteriore a quella ventrale, la seconda in posizione immediatamente posteriore a quella anale. La pinna caudale è dritta ed è rivolta verso l’alto in maniera quasi impercettibile e il lobo superiore è molto più stretto di quello inferiore. Il dorso è bruno rossastro, grigio o giallo-grigio con molte macchie piccole e nere, talvolta persino bianche, disseminate per tutto il corpo. Il Gattuccio è oviparo e le sue uova hanno forma rettangolare, essendo contenute in capsule trasparenti di colore bruno giallastro, lunghe da cinque a sei centimetri e larghe da due a tre centimetri. Le uova sono ancorate al fondo tramite delle appendici situate agli angoli della capsula, a forma di viticci, che si appendolo alle gorgonie del fondo. Il Gattuccio è comune nel Mediterraneo, nell’Atlantico orientale, a nord fino alla Norvegia e a sud fino al Senegal. Predilige i fondali sabbiosi o fangosi, comunque nelle vicinanze di scogli sommersi, dai tre ai quattrocento metri di profondità. I Gattucci hanno abitudini notturne e di giorno li si vede spesso adagiati sul fondo di tane più o meno tortuose, mentre di notte si mette in caccia, nutrendosi di animali che vivono al contatto con il fondo. I luoghi più adatti a questi pesci sono i fondali misti di scoglio ed alga, a diretto contatto però, con le profondità elevate. Si cattura con reti a strascico (in genere oltre i 100 m) ed abbocca facilmente agli ami dei palamiti. Il Gattuccio è commestibile e viene comunemente venduto, spellato, insieme al palombo. In Sardegna è utilizzato per la “burrida”, un piatto tipico cagliaritano. Fritto è ottimo ma è buono anche in umido.
Ricetta della Burrida: Nettate il gattuccio, spellatelo, sventratelo e tagliatelo a pezzi e fatelo bollire (insieme al fegato) in abbondante acqua salata aromatizzata con aglio e alloro. Prendete il fegato lessato, mettetelo in un mortaio e riducetelo in poltiglia, amalgamandolo con delle noci finemente tritate. A parte preparate un soffritto con una cipolla, finemente tritata, nell’olio d’oliva. Unite al soffritto il pesto di fegato e noci, peperoncino a piacere, qualche foglia di alloro e un po’ di aceto. Fate cuocere per qualche minuto a fuoco basso, lasciando che l’aceto sfumi e la salsa si addensi. Tagliate, nel frattempo, il pesce lessato in piccoli tocchi e disponetelo in un tegame di terracotta e coprire, completamente, con la salsa preparata e ben calda. Fate insaporire la preparazione al fresco senza rimescolarla per circa 24 ore. Si può servire sia come antipasto che come secondo piatto.
Nomi regionali o stranieri: Calabria: Jattopardu; Campania: Cacciottiello, Pardolle o Sguattulo; Liguria: Gattuso o Pinto-rousso; Marche: Gattina o Cagnola; Puglia: Cacciune, Salamme, Doabarda o Sguattu; Sardegna: Sanaculus; Sicilia: Jadduzzu o Cannulicchiu; Veneto: Gata o Gatta d’aspreo;Venezia Giulia: Gata de quarnero, Gata nostrana o Piunca; Francese: Petite rossette o Gat (Midi); Inglese: Dogfish o Roude hound; Spagnolo: Pintarroja o Gat (Catalano); Tunisino: Kalb bahr.
51) Ghiozzo (Gobius niger) (Padogobius nigricans)
Il Ghiozzo è un pesce della famiglia dei gobidi di cui ne esistono una trentina di specie in tutto il Mediterraneo e vive nei bassi fondali. Ha la testa grossa e la bocca è munita di piccoli denti e occhi sporgenti. Ha una lunghezza tra i 7 e 15 cm. La colorazione va grigio-bruno o giallo rossastro al nero (fig. in alto), il ventre è solitamente bianco-giallastro. Soltanto pochi ghiozzi sono abbastanza grossi da essere mangiati (fritti). Si possono utilizzare anche per preparare il Fumetto
Nomi regionali o stranieri: Campania: Mazzone; Liguria: Mugno o Ghiggiun da fundo; Puglia: Cuggione o Maccarone;Sardegna: Maccione conca niedda o conca de moru; Sicilia: Saracinu, Mazzuneddu, Uggiuni o Giuria; Veneto: Gò o Menuagia bianca o mora; Venezia Giulia: Guatto de fundo; Francese: Gobie, Guyon o Chabot; Inglese: Goby; Spagnolo: Cabot o Gobit (Catalano); Tunisino: Boughill.
52) Grancevola o Granzeola (Maja squinado)
La Grancevola o Granzeola è un granchio che vive in tutto il Mediterraneo. Fornito di un carapace ovoidale che può raggiungere una lunghezza massima di 20 cm., coperta di protuberanze, e dorso e zampe coperte di peli. Ha quattro paia di zampe lunghe e arcuate che terminano a punta e 2 chele lunghe, sottili, apparentemente delicate, ma in realtà robuste e temibili negli esemplari più grandi. Le su carni sono squisite e molto pregiate. Si pesca sia a strascico che con tremagli. Può sostituire benissimo l’Aragosta (Vedi ricette) ed è buona anche in insalata..
Nomi regionali o stranieri: Campania: Rancio fellone; Liguria: Faolo o Grittun; Marche: Granga; Puglia: Suenne;Sardegna: Marmotta o Pilaggiu; Sicilia: Tarantola, Aranciu fudduni o cu li peri longhi; Toscana: Margherita; Veneto: Granseola o Granzeola; Venezia Giulia: Franzeola, Granzo o Musciarola; Francese: Araignée o Squinado (Midi);Inglese: Spider crab; Spagnolo: Centolla o Cabra (Catalano); Tunisino: R’tila bahr.
53) Granchio comune o Carcino (Carcinus meditterraneus)
Il Granchio verde che si trova in tutto il Mediterraneo ha il corpo ovale liscio con una seghettatura nella parte anteriore. Il suo colore è verdastro sul dordo e giallo nella parte inferiore ed una lunghezza di 7 – 9 cm . E’ munito di cinque paia di zampe per lato, il primo paio possiede due potenti pinze con le dita dentate e appuntite che sono utilizzate per la difesa e l’attacco. Nella laguna veneta esistono dei vivai dove vengono immessi i granchi pescati in Adriatico in attesa del cambio della muta, infatti sono molto apprezzati il loro carapace è molle. Questi granchi molli (chiamati in Veneto moleche) sono la base per una ricetta molto apprezzata “Moleche alla Muranese”.
Ecco la ricetta: Togliere alle moleche le zampe, disporle in un recipiente dove sono state sbattute alcune uova intere. In pochi minuti i granchi assorbiranno le uova e allora si tolgono dal recipiente, si infarinano e si friggono nell’olio bollente. Servitele ben calde.
Nomi regionali o stranieri: Campania: Mammunacchia, Rancitrilli o Rancio; Liguria: Gritta o Granchio ripario; Marche: Grancio; Puglia: Rancetiello o Kaure; Sardegna: Cavuru; Sicilia: Vranzi o Aranciu bonu; Toscana: Granchiessa; Veneto e Venezia Giulia: Granso, Granso bon, Spiantano (prossimo alla muta) Capello (durante la muta) Moleca (subito dopo la muta); Francese: Crabe vert o Favouille (Midi); Inglese: Shore crab; Spagnolo: Cangrejo de mar o Cranc verd (Catalano); Tunisino: Aghrebe bahr.
54) Granchio melograno (Calappa granulata)
Il Granchio Melograno è l’unico rappresentante nelle acque italiane della famiglia Calappidae, ed è comunemente conosciuta con i più disparati nomi, tra cui ricordiamo Calappa, Granchio melograno, Granchio vergognoso, Granchio gallo e Granchio reale. Può raggiungere una taglia di 15 cm. Predilige i fondali sabbiosi, più raramente quelli ghiaiosi, vive in tutto il Mediterraneo. E’ un granchio che passa la maggior parte del suo tempo sotto la sabbia lasciando sporgere all’esterno solo gli occhi. Ha un carapace rotondeggiante, marroncino con noduli rosso acceso. Le chele sono molto voluminose, dentellate superiormente e strutturate in modo da poter essere mantenute a contatto con la parte anteriore del carapace. Il carapace è molto convesso e più stretto nella parte anteriore mentre i bordi laterali sono inizialmente seghettati e la parte posteriore porta denti sviluppati sotto i quali il crostaceo può ripiegare le appendici toraciche. Le chele, molto grosse, hanno la parte interna appiattita. La parte esterna è invece provvista di tubercoli e di una cresta dentellata. La colorazione è giallognola con evidenti macchie rosse in corrispondenza dei tubercoli. Questi crostacei vengono anche detti “granchi vergognosi” perché hanno l’abitudine di tenere le chele molto vicine al carapace quando sono minacciati. Le zampe sono sottili e lisci. Vive fino a 400 m di profondità ed è in tutto il Mar Mediterraneo. E’ pescato con reti a strascico, da circuizione, tramaglio, nasse, ma soprattutto con bilancette innescate con pezzi di stoccafisso, in quanto la sua carne, dal sapore molto delicato, è considerata in alcune località una vera leccornia e lessato e fatto in insalata, con olio e aceto, lo è.
Nomi regionali o stranieri: Non ho trovato nomi dialettali, lo chiamano a Mazara: Aranciu puma; Francese: Crabe honteux o Coq de mer; Inglese: Shamefaced crab; Spagnolo: Cangrejo real, Pessic o Crac rej (Catal.); Tedesco: Schamkrabbe.
55) Granciporro (Cancer pagurus)
Il Granciporro è un grosso granchio con carapace più largo che lungo, a forma di ampio ventaglio, la superficie è liscia e priva di tubercoli. Può arrivare ad una larghezza di 35 cm ed un peso di 3 Kg. Il suo colore è marrone rossiccio. Ha quattro coppie di zampe con peluria giallognola e 2 robuste chele, di colore scuro nelle estremità delle due tenaglie. Ottimo bollito e condito in insalata per antipasto.
Nomi regionali o stranieri: Sicilia: Aranciu di ferru; Veneto e Venezia Giulia: Gransiporo; Francese: Touteau o Dormeur; Inglese: Edible crab; Spagnolo: Buey; Turco: Pavurya.
56) Grongo (Conger conger)
Il Grongo è, come l’anguilla e la murena, un pesce serpentiforme con il corpo molto allungato. Gli occhi sono grandi e circolari. La bocca e’ ampia, profondamente incisa, munita di numerosi denti il cui numero ed in rapporto all’età. Il suo corpo è liscio e ricoperto da una sostanza mucosa, viscida al tatto. Il suo colore dell’animale varia dal grigio-cenere al nerastro. Il ventre è bianco sporco. Il margine superiore delle pinne dorsale ed anale è nero. Può raggiungere una lunghezza massima di 2,50 m e pesare fino a 50 kg. E’ molto comune nel Mediterraneo e vive in vicinanza della riva o in fondali fangosi fino a 100 m di profondità e si cattura con palamiti, nasse e naturalmente con lo strascico. Le sue carni sono buone e molto saporose (sanno di selvatico), la parte che va dall’ano fino alla coda non mangiatela perché è piena di spine.
Il modo migliore per mangiarlo è stufarlo: dopo averlo pulito e tagliato a tocchi, infarinarlo e soffriggerlo, a parte preparare una salsa di pomodoro e dopo averla cotta immergere dentro i pezzi di grongo e lasciarlo cuocere a fuoco medio almeno per una ventina di minuti aggiungendo nella salsa un rametto di finocchio selvatico. Condire, con il sugo ottenuto, una pasta fatta in casa.
Nomi regionali o stranieri: Campania: Ruongo; Liguria: Brunco o Tiagallo; Puglia: Ruenche; Sardegna: Grongo macalleri o Luxenti; Sicilia: Rungu, Runcu, Ciccimurri o Butticanali; Francese: Congre o Fiela (Midi); Inglese: Conger eel; Spagnolo: Congrio o Congre (Catalano); Tunisino: Gringou.