Pesci di mare – Lettera C
12) Calamaro (Loligo Vulgaris)
Il Calamaro è è un mollusco cefalopode dal corpo allungato a forma di cono . Provvisto di 2 pinne sulla parte posteriore del dorso, di 8 braccia e 2 tentacoli più lunghi muniti di ventose presenti intorno alla bocca. All’interno del corpo è presente una conchiglia (gladio o calamo) lunga, appiattita e trasparente. La colorazione è bruno-rossastra. La colorazione assume al buio una certa fluorescenza, questo serve, soprattutto in primavera, ad attrarre la specie di sesso opposto. La sua lunghezza massima circa 90 cm ma comunemente è attorno ai 15 cm. è una specie generalmente pelagica, ma non è raro trovarla in acque costiere specialmente in estate ed autunno in occasione della riproduzione. I tentacoli grazie alle loro ventose vengono usati per catturare le prede: pesci, altri molluschi e crostacei. Si pesca con reti a strascico e con reti da traino pelagiche. Le sue carni sono ottime e molto apprezzate. Si commercializza fresco e congelato. Si trova, sul mercato, anche la specie piccola chiamata calamaretto. I calamaretti sono ottimi fritti ma anche la specie grande tagliata ad anelli e fritti non scherza, tanto che sul mercato si trovano già gli anelli di calamaro.
Nomi regionali o stranieri: Liguria: Caamà; Marche: Trufello; Venezia Giulia : Totano del riso; Francese : Encornet; Greco: Kalamari; Inglese : Squid;Spagnolo: Calamar; Tunisino: Mettig.
13) Cannolicchio (Solen vagina)
Il Cannolicchio è un mollusco bivalve, conchiglia caratteristica a forma di tubo poco solida, che vive in posizione verticale infossato nella sabbia; ne esistono tre specie che hanno in comune la forma della conchiglia una sorta di tubo allungato, lunga fino a 15-17 cm, con i margini paralleli, diritti e taglienti. Dall’ estremità anteriore della conchiglia, sporge il grosso piede, da quella posteriore i sifoni riuniti; questi animali scavano gallerie nella sabbia fino ad un metro di profondità, e in esse possono ritirarsi in caso di pericolo con l’aiuto del piede molto estensibile. La colorazione della conchiglia è giallastro-brillante con striature violacee; la taglia più frequente è di 12-15 cm, ma può raggiungere i 17 cm di lunghezza. Il cannolicchio si nutre filtrando attraverso un sifone inalante piccole particelle alimentari dall’acqua, che poi refluisce attraverso il secondo sifone (esalante) insieme ai residui della digestione. Il cannolicchio vive infossato nella sabbia del litorale ed è praticamente invisibile, la sua presenza viene rivelata soltanto da due fori che disegnano nel sedimento una specie di otto e altro non sono che le estremità dei sifoni. Il piede molto grande e robusto costituisce la maggior parte del mollusco commestibile; questa è la vera arma di difesa del cannolicchio, infatti quando avverte un’insidia, con il piede scende ad una velocità sorprendente nel sedimento tirandosi dietro la conchiglia; sembra che in pochi secondi l’animale riesca a scendere parecchi centimetri sotto lo strato sabbioso. I cannolicchi si pescano con facilità a mano e vengono individuati da sportivi e da subacquei sul fondo sabbioso per la forma caratteristica dei fori dati dai due sifoni aperti. La pesca subacquea con le mani non è assolutamente semplice e va imparata con numerosi tentativi; è invece più facile quella che si avvale di una sottile asta metallica con l’estremità conica tipo freccia, infilandola al centro dei due fori è possibile estrarre il mollusco che rimane intrappolato con la conchiglia. I cannolicchi vengono pescati in modo professionale con le turbosoffianti, le “cannellare”: la draga penetra per circa 20-25 cm nel fondo e viene facilitato l’avanzamento dell’attrezzo da getti d’acqua a pressione, così da ridurre la resistenza. Prevalentemente il cannolicchio viene commercializzato vivo; per verificarne la freschezza basta toccare il piede, la massa muscolare che sporge, che l’animale vivo dovrebbe subito ritrarre. Spesso al suo interno vi è della sabbia e per questo va lavato molto bene; può avvenire infatti che nelle operazioni di pesca, una certa quantità di sabbia finisca dentro il corpo dell’animale, creando, se non tolta, dei notevoli problemi in cucina. Sono ottimi gratinati al forno o per condire la pasta.
Nomi regionali o stranieri: Abruzzo: Manico di coltello; Campania: Cannolicchio ferraro; Lazio: Manico di coltello; Liguria: Mango de cutelo; Marche: Cannello; Sardegna: Arrosojas, Rasojas marina o Gregallus; Toscana: Manicaio; Veneto : Capalonga ; Venezia Giulia : Capa lunga o Capa longa de deo;Francese: Couteau; Greco: Solina; Inglese : Razor-shell; Spagnolo: Navaja.
14) Canocchia o Pannocchia (Squilla mantis)
La Canocchia o Pannocchia è un crostaceo che si trova in quasi tutte le coste del Mediterraneo. Ha un colore giallo chiaro madreperlaceo, talvolta con sfumature rosee e violacee, con due macchie nero-violacee sulla parte terminale del dorso. Questo strano animale è contraddistinto da caratteristiche singolari, fra le quali la più curiosa è rappresentata dal fatto che le sue chele anteriori sono estensioni della bocca. E’ il corrispondente marino dell’insetto noto come Mantide religiosa. Le chele rapitrici sono armate di sei spine acute. La sua lunghezza e di cm 12/18 e può raggiungere al massimo cm 25. Vive su fondali sabbiosi o fangosi fino ad un centinaio di metri, si trova più facilmente a profondità inferiori ai 50 m, molto comune in Adriatico. Vive in gallerie che scava nel fondo marino dalle quali esce nelle ore notturne per cacciare, è un animale solitario. Nella tana avviene anche la deposizione delle uova che sono sorvegliate dalla femmina fino alla schiusa, le fasi larvali sono planctoniche. si cattura più facilmente dopo forti mareggiate che provocano la distruzione delle tane e nelle ore notturne, soprattutto con reti a strascico. Carni buone e sode. Viene commercializzato vivo. Si deve consumare fresca per evitare un processo di disidratazione rapida che svuota completamente l’animale pescato. Vive a lungo dopo la cattura ed è consigliabile acquistarla viva per essere sicuri della freschezza. Sono buone e si possono usare in cucina nelle zuppe di pesce o in umido come antipasto o a conclusione del pasto.
Nomi regionali o stranieri: Campania: Spernocchia; Liguria: Balestrin, Sigà de maa , Sighea; Marche: Nocchia; Puglia: Caraviedde; Sardegna: Càmbara de fangu, Solegianu de mari; Sicilia: Astrea o Schirifizzu; Toscana: Cicala di mare; Veneto : Canocia, Canoccia, canòcchia, Panocchia; Venezia Giulia : Canocia, Canoccia, Canocchia; Francese : Squille Prega-diou; Inglese: Mantis Shrimp; Spagnolo: Galera, Castaneta, Escorpinot.
15) Capone coccio (Aspitrigla cuculus o Trigla pini)
Il Capone coccio (famiglia Triglidi) è un pesce dalla testa grossa corazzata di placche ossee e con una robusta spina sull’opercolo; il secondo raggio spinoso della prima pinna dorsale è più lungo degli altri raggi e della base della pinna stessa, mentre il primo raggio è corto e presenta anteriormente una dentellatura; la linea laterale presenta scaglie larghe e piatte, molto sviluppate verticalmente. La colorazione è rosso vivo sul dorso, più chiaro sui fianchi, biancastra sul ventre e le pinne pettorali sono rosso-giallastre. Non supera i 45 cm di lunghezza ed è comune da 10 a 25 cm. Vive da 20 a 400 m di profondità, soprattutto tra i 100-200 m, solitamente su fondali sabbiosi, ghiaiosi o fangosi. E’ distribuito lungo tutte le coste italiane, in particolare in basso Adriatico, Ionio e sud Tirreno. Oltre al Mediterraneo è comune anche in Mar Nero, e Atlantico. In estate vive più vicino alla costa. Si pesca con reti a strascico, con tremagli e abbocca facilmente anche alle lenze di profondità.
Nomi regionali o stranieri: Campania: Cuoccio; Lazio: Cappone imperiale; Liguria: Caucasano o Gallinetta; Puglia: Cocceca imperiale o Captane; Sicilia:Cucciddu, Martidduzzu imperiali, Mulinare o Tirinchiuni di fangu; Toscana: Occhio bello o Caviglia; Veneto: Muso duro; Venezia Giulia: Anzoleto;Francese: Grondin; Greco: Caponi; Inglese: Red gurnard; Spagnolo: Arete o Gallineta (Catalano); Tunisino: Djaje o Serdouk.
16) Capone gallinella (Trigla hirundo)
La Gallinella è un pesce appartenente alla famiglia dei Triglidi, e come tale presenta un capo massiccio, corazzato con piastre ossee; la testa di questa specie è larga e ampia, gli occhi sono piccoli; la bocca, decisamente grande si trova alla base del capo; la linea laterale è poco pronunciata. Ha ampie pinne pettorali a forma di ventaglio e oltrepassano l’inizio della pinna anale; la sua colorazione è bruno-rossiccia o arancio, rosa ai lati e bianco argentea sul ventre. E’ un pesce vorace che si nutre, soprattutto nelle ore notturne, di crostacei, molluschi e di piccoli pesci. La gallinella può raggiungere il peso di 6 Kg e la lunghezza di 70 cm, ma è comune da 20-30 cm. La gallinella è comune in Mediterraneo, Atlantico e in Mare del Nord; abita i fondi sabbiosi e fangosi della piattaforma continentale. Gli esemplari più giovani amano stare abbastanza vicino alla costa e spesso penetrano nelle lagune salmastre; gli adulti si spostano invece al largo, fino a 200 m di profondità. La gallinella è la specie di triglide più importante per la pesca italiana; viene pescata con reti a strascico e reti da posta; in estate e in autunno si pescano soprattutto i giovani, di circa 200 grammi, che nei mesi invernali raggiungono la loro taglia migliore, 400 grammi. Le gallinelle dell’Adriatico sono leggermente più grosse di quelle pescate negli altri mari italiani.
Nomi regionali o stranieri: Calabria: Cocciu verace; Campania: Cuoccio riale o Fagiano; Liguria: Cheuffano, Fanale o Gallinetta; Marche: Capomazzo, Mazzola e Testa grossa; Puglia: Anziletto , Cuòcceche, Capuane; Sardegna: Baladora o Rondini di mari; Sicilia: Fascianu imperiali; Toscana: Gallinella vera; Veneto: Lucerna o Maziolo; Venezia Giulia : Anzoleto grosso; ; Francese: Grondin gallinette o Gallinette; Inglese: Tub gurnard o Tub fish;Spagnolo: Bejel; Tunisino: Djaje o Serdouk.
17) Capone gurno (Eutrigla gurnardus)
Anche il Capone gurno è un pesce appartenente alla famiglia dei Triglidi ed anch’esso presenta un capo massiccio, corazzato con piastre ossee; la testa di questa specie è larga e ampia, gli occhi sono piccoli; la bocca, decisamente grande si trova alla base del capo; la linea laterale è poco pronunciata. Ha ampie pinne pettorali a forma di ventaglio e oltrepassano l’inizio della pinna anale; la sua colorazione è bruno-rossiccia o arancio, rosa ai lati e bianco argentea sul ventre. E’ molto più piccolo della gallinella infatti può raggiungere al massimo la lunghezza di 40 cm. Vive i fondi sabbiosi e ìd a volte su fondi rocciosi ed anche su fango tra la costiera ad una profondita di 140 m e fino a 340 m nel Mar Ionio. Si ciba principalmente di crostacei, gamberetti e granchi della riva, ghiozzi e giovani anguille.
Nomi regionali o stranieri: Campania: Cuoccio; Liguria: Grognau, Gronau o Choeussanu; Puglia: Capuane; Sicilia: Tiega o Cocciu; Toscana: Occhio bello di fora o Pulicana; Veneto: Anzoleto; Venezia Giulia : Anzoleto; Francese: Grondin gris; Inglese: Grey gurnard; Spagnolo: Borracho; Tunisino: Djaje o Serdouk.
18) Capone lira (Trigla lyra)
Il Capone lyra è un pesce appartenente alla famiglia dei Triglidi, ha un corpo molto sottile nella parte posteriore ricoperto di piccole squame non presenti nella parte anteriore ventrale. Muso prominente e concavo. Testa grossa con presenza di placche ossee, bocca grande con mascella superiore più sporgente dell’inferiore entrambe munite di più serie di piccoli denti. Nella parte posteriore della testa è presente una spina acuminata. Provvisto di 2 pinne dorsali dotate di spine, una pinna anale, pinna codale a triangolo. La pelle è ricoperta di squame piccole col bordo libero rasposo, disposte in serie oblique. Vive ad una profondità di circa 400 metri sui fondali sabbiosi, si avvicina alla costa durante il periodo della riproduzione. Si cattura con reti a strascico o da posta. E’ comune nel Mediterraneo senza essere però abbondante, si trova anche se più raramente anche nell’Atlantico orientale. Si ciba di crostacei e di echinodermi, policheti, pesci e i molluschi. La sua colorazione è rossa sul dorso, rosata sui fianchi, biancastra sul ventre. Le pinne dorsali e pettorali sono orlate di azzurro. Lunghezza 25-60 cm, il peso varia dai 100/150 grammi sino a 5/6 chili. La sua carne bianca e soda è molto saporita. E’ buono anche stufato nella salsa di pomodoro.
Nomi regionali o stranieri: Abruzzo: Angelittine, Pesce capone; Campania: Cuòccio; Liguria: Chèuffano, Cheussano, Gallina, Organo Tuscia; Puglia: Angiula, Cuozzo, Fascianu, Furcata, Capuni Zetola; Sicilia: Fascianu, Fagianu, Pisci bullo o Furcatu; Toscana: Gallinella lira, Organo ; Veneto: Anzolètto grande, Succhetto, Turchetto; Venezia Giulia : Angiolèto, Anzoletto, Anzoleto, Turchello, Pesce-capon Turchei; Francese: Grondin lyre; Inglese: Piper;Spagnolo: Arete, Garneo o Garneu (Catalano); Tunisino: Djaje o Serdouk.
19) Capone ubriaco (Trigla lineata)
Il Capone ubriaco ha un corpo snello di sezione quasi circolare, che si rastrema dalla testa verso il peduncolo codale. Si distingue per la presenza di strie verticali oblique che circondano tutto il corpo. La linea laterale è formata da 62/67 squame armate di piccole spine, diverse dalle piccole e semicoperte dalla pelle che ricoprono. La zona ventrale è sprovvista di squame. L’occhio è relativamente piccolo e situato in alto. L’apertura nasale anteriore è un piccolo foro e quella posteriore è una fessura. La bocca è orizzontale, non molto grande. I denti sono villiformi e si trovano sui mascellari e sul vomere. La spina coracoide è a base larga, corta e poco acuminata. Frequenta fondali (mai oltre i 100 m) di fango e sabbia. Frequentemente si trova intorno ai 20 m. La riproduzione è in estate e le uova sono piccole e pelagiche. Si nutre di crostacei. Si cattura reti a strascico e con tramagli nelle zone sabbiose e fangose. Arriva al massimo a 35-40 cm di lunghezza. Nel Mediterraneo si spinge fino alle coste d’Israele e nei mari italiani è abbondante in Adriatico.
Nomi regionali o stranieri: Campania: Ballerina, Saciccio, Curro-Curro; Liguria: Imbriago, Belga, Rubin; Puglia: Angiula, Capone panirocolo, Cuoccio e Testa; Sicilia: Martidduzzu, Pisci papa, Tirinchiuni di preti; Toscana: Capone rapa, Corri-Corri, Pesce ubriaco; Veneto: Anzolèto o Muso duro; Venezia Giulia : Luzerna, Testa dura o Testa grossa; Francese: Grondin imbriago o Canard (Provenza); Inglese: Streaked gurnard; Spagnolo: Rubio o Lluerna (Catalano); Tunisino: Djaje o Serdouk.
20) Cappa liscia o Fasolaro (Callista chione)
Il Cappa liscia conosciuto anche come fasolaro appartiene alla grande famiglia dei molluschi bivalvi. Si nutre di plancton e di particelle organiche in sospensione presenti nell’acqua, per questa ragione condivide con i bivalvi l’appellativo di mollusco filtratore. Il suo habitat ideale sono i fondali sabbiosi, a qualche miglio dalla costa ad una profondità tra i 12 e i 20 metri. Il fasolaro è molto diffuso in tutto il Mediterraneo e in particolare nell’Adriatico settentrionale dove viene pescato tutto l’anno con rastrelli o con particolari draghe turbosoffianti adatte alle profondità. La conchiglia è bella ed elegante: liscia, ovale, lucida, di colore bruno rossiccio con gradevoli strie concentriche. Il mollusco bianco e rosso è tenero e molto pregiato. Può essere consumato crudo, purché freschissimo, o cotto in zuppette di mare, sauté e gratin.
Nomi stranieri: Inglese: Smooth venus; Spagnolo: Almejdon brillante Petxinot de sang (Catalano); Greco: Ghialisteri schivada.
21) Cappellano o Busbana (Trisopterus minutus capelanus)
Il Cappellano o Busbana o Merluzzetto è un pesce dal corpo affusolato, alto, compresso lateralmente. Il muso è corto, appuntito, con bocca non molto grande e piuttosto obliqua. La mascella superiore è leggermente prominente. La pelle è ricoperta da squame caduche. Questa specie ha 3 pinne dorsali, 2 anali, pettorali corte, ventrali sottili; la coda è leggermente concava. Sul mento è presente un barbiglio ben sviluppato, la cui lunghezza è all’incirca uguale a quella del diametro dell’occhio. La colorazione è bruno – giallastra sul dorso, bianco – argentea sui fianchi e sul ventre, con una macchia scura alla base delle pinne pettorali. Può raggiungere una lunghezza di 25 cm. E’ diffuso in tutto il Mediterraneo e vive sui fondali sabbiosi o fangosi sino a 200 m di profondità. Si cattura con le reti a strascico e le sue carni sono ottime sia fritte che bollite e servite con un tritato di prezzemolo ed aglio, olio, limone e pepe.
Nomi regionali o stranieri: Campania: Merluzziello o Pesce fica; Liguria: Capelan o figaotto; Marche: Ussbana o Busbana; Puglia: Apone fica, Pisci muollo, Sapunara o Gospel; Sicilia: Ficu, Sapunella o Gentile; Toscana: Pesce nudo; Veneto e Venezia Giulia : Molo, Mollo, Molmolo o Mormora; Francese: Capelan o Fico (Provenza); Inglese: Poor cod; Spagnolo: Cappellan o Bacaladilla.
22) Castagnola (Chromis chromis)
La Castagnola è un piccolo pesce dal corpo ovale compresso lateralmente. Ha la testa corta, con muso corto e con profilo ottuso, munita di una sola narice per lato. L’Occhio è ben sviluppato e la bocca terminale, piccola, molto protrattile. Il colore è bruno scuro con macchiette dorate disposte longitudinalmente e con riflessi azzurri. Comune in tutto Mediterraneo vive a fitti banchi lungo le scogliere e lungo le banchine portuali. Raggiunge una lunghezza massima di 15 cm. Dal punto di vista culinario non è un granché ma fritte sono buone.
Nomi regionali o stranieri: Campania: Guarracino; Sicilia: Munachedda; Francese: Castagnole; Inglese: Damselfish; Spagnolo: Castañuela o Damisela.
23) Cefalo (Mugil cephalus)
Il Cefalo è un pesce dal corpo fusiforme di taglia media con una notevole uniformità d’aspetto. Ha corpo slanciato ed affusolato con due brevi pinne dorsali, la prima delle quali con quattro raggi spinosi; spazio giugulare ampio; palpebre adipose oculari molto evidenti; scaglie cicloidi di grandi dimensioni sul corpo, di piccole dimensioni sul capo; manca la linea laterale; bocca piccola con denti minuti o assenti, talora presenti anche sulle mascelle; branchiospine molto numerose (fra 60 e 140); pinne pettorali inserite molto in alto; dorso bluastro, quasi nero e fianchi argentei. Può arrivare a misurare 60 cm di lunghezza ed oltrepassare i 4 Kg di peso, ma di regola vengono pescati individui di 30 cm. Specie gregaria di acque temperate; durante la primavera migra in acque salmastre, lagune ed estuari con fondo soffice ed abbondante vegetazione. Lo stomaco, dalle pareti molto muscolose, è in grado di triturare il materiale ingerito. Il cefalo viene pescato con reti da traino pelagico dette volanti, con reti da posta e con reti a circuizione. Nelle valli da pesca è catturato con i lavorieri, cioè trappole fisse che sfruttano le periodiche migrazioni dei pesci tra mare e laguna, per ragioni termiche, riproduttive e per la ricerca del cibo; è pescato particolarmente in Toscana, Sardegna e Veneto. Il cefalo è considerato un pesce semigrasso dalla carne abbastanza digeribile. Si trova fresco e congelato; il sapore delle sue carni dipende dall’ambiente in cui vive. Rispetto ad altri cefali assume una importanza economica maggiore; si presta ad essere cucinato arrosto sulla braceservito con Salmoriglio. Con le ovaie salate e seccate si prepara la “bottarga” di muggine. Esistono vari tipi di Cefalo i più noti sono: il Cefalo Calamita (Mugil capito) che arriva ad una lunghezza massima di 50 cm; il Cefalo Dorato(Mugil auratus) presente delle macchie dorate accanto agli occhi ed una sfumatura gialla ai fianchi, arriva ad una lunghezza massima di 40 cm; il Cefalo Verzelata (Mugil sapiens) famoso per i suoi straordinari balzi fuori dall’acqua; il Cefalo Bosega (Mugil Chelo) dalle grosse labbra e con un corpo più tozzo degli altri arriva ad una lunghezza di 60 cm.
Nomi regionali o stranieri: Campania: Capozzo, Capozzone Cefalo varaco Sgarge d’oro Lemmuso Cerina; Liguria: Carida, Musson,Daurin, Flavetin, Ciautta; Puglia: Ciefl, Garzalongo, Furmaggio, Granze, Pezzuto, Sgarazzo; Sicilia: Mulettu, Mulettu tistuni, Mulettu lustru, Mulettu tracchiu, Cefalu fimmineddru; Toscana: Muggine, Muletto, Acuccotto, Lustro, Firzetta, Cefalo testone; Veneto, Venezia Giulia: Cavolo, Botolo, Lotregan, Magnagiazo, Bosega; Francese: Mulet, Mulet porc, Mulet doré, Mulet sauteur, Mulet lippu; Inglese: Grey mullet; Spagnolo: Pardete, Morragute, Galupe, Galua; Tunisino: LisaBouri, Botoum, Mejil.
24) Cernia (Epinephelus guaza)
La Cernia è un pesce della famiglia delle serranidi di notevoli dimensioni e dall’aspetto possente può raggiungere i 120 cm ed i 70 Kg di peso. Ha un corpo allungato, ovaliforme ricoperto di numerose squame una grande bocca con mandibola inferiore più sporgente e la testa grossa. Dotata di una sola pinna dorsale e una pinna anale, pinna codale arrotondata. Il colore e rossastro o bruno-giallastro con macchie scure. Questa è la specie più comune. Le sue carni sono ottime ed è commercializzata sia fresca che congelata. La cernia vive lungo la costa rocciosa sino alla profondità di alcune centinaia di metri, ed occasionalmente si spinge sui fondali detritici posti ai margini delle praterie di Posidonia. E’ comune in Mediterraneo, Atlantico orientale; è presente in tutti i mari italiani, dove conduce vita solitaria presso grotte ed anfratti. La cernia è una specie molto ambita dai pescatori subacquei; viene catturata in modo professionale con palangari di profondità, con reti a strascico e con tremagli.
Nomi regionali o stranieri: Liguria: Anfouson , Meo o Meu; Puglia: Scotto; Sicilia: Cirenga o Scirengna; Veneto, Venezia Giulia: Tenca de mar;Francese: Mérou; Inglese: Grouper; Spagnolo: Mero; Tunisino: Mérou rouge.
25) Cernia bianca (Epinephelus aeneas)
La Cernia bianca ha un corpo assai allungato, moderatamente compresso. Testa massiccia, con bocca grande e mandibola prominente. Presenza di 3 spine appiattite sull’opercolo. Preopercolo con bordo posteriore dentellato e con quello inferiore liscio. Pinna caudale con margine tondeggiante convesso. Ha una colorazione grigio – verdastra, bruno – rossastra, talvolta con bande oblique trasversali più chiare; presenza di 2 – 3 caratteristiche strisce biancastre sui lati del capo, che si dipartono dall’ occhio e talvolta dall’ angolo della bocca, solcando l’ opercolo ed il preopercolo. Ha una lunghezza massima di 115 cm. Vive nel Mediterraneo specialmente nel bacino orientale e sulle coste africane, nell’Egeo ed alle foci del Nilo, reperibile in acque tunisine e intorno alla Sicilia. Nell’ area mediterranea viene commercializzata fresca o congelata.
Nomi regionali o stranieri: Sicilia: Cirenga o Scirengna, Tincuni; Francese: Mérou blanc; Spagnolo: Cerne de ley; Tunisino: Mennani adiad; Turco: Lahoz.
26) Cernia di fondale (Polyprion americanum)
La Cernia di fondale anch’essa della famiglia dei serranidi è un pesce di notevoli dimensioni con corpo massiccio di forma ovale, bocca ampia sporgente nella parte inferiore, pinna dorsale unica munita di undici robusti raggi spiniformi nella parte anteriore, pinna caudale a spatola, due pinne pettorali a forma di ventaglio, pinna anale in corrispondenza della parte terminale di quella dorsale e che inizia con tre raggi spinosi, pinna ventrale piccola. Presenta una cresta a livello degli occhi, colore del corpo grigio bruno , con macchie biancastre che diventano più scure negli adulti. Dimensione comune dai 30 ai 60 cm, raggiunge anche più di un metro vivendo fino a 40-50 anni, e fino a 50 kg di peso. Vive solitaria fra le rocce ad una profondità di circa 1000 metri su fondali rocciosi.. Si pesca con lenze di profondità. E’ tra le prede più ambite da parte dei pescatori subacquei. E’ presente nel bacino occidentale del Mediterraneo, nell’Atlantico orientale ed occidentale. Le sue carni sono bianche e molto gustose. Si trova in commercio sia fresca che congelata.
Nomi regionali o stranieri: Abruzzo: Cernia di fondo; Liguria: Lucerna o Pampanotto; Marche: Cerniola; Puglia: Dottu, Dotture, Pisce-friscu, Pisci fusco;Sicilia: Adottu, Adottu di sciumi, Addottu di furi, Pisci-addottu, Dottu, Gernia; Veneto, Venezia Giulia: Scorpena de sasso; Francese: Cernier; Inglese: Wreck-fish o Stone-bass ; Spagnolo: Cherna ; Tunisino: Shrngi.
27) Cernia dorata (Epinephelus alexandrinus)
La Cernia dorata ha un corpo alquanto allungato, moderatamente compresso, la testa grossa, con bocca grande e mandibola prominente. Presenta 3 spine appiattite sull’opercolo. Preopercolo con bordo posteriore seghettato e 3 – 4 dentelli sull’ angolo inferiore. La pinna caudale con margine convesso nei soggetti giovanili, concavo negli adulti. La coloraziona va dal bruno – giallastra a bruno seppia, con 5 – 7 strisce longitudinali sul corpo e 2 oblique sull’ opercolo; le strisce tendono a divenire indistinte negli adulti; presenza di una larga macchia dorata sui fianchi, al di sotto dei primi 6 – 7 raggi spiniformi della dorsale, nei soggetti adulti (la macchia scompare dopo la morte del pesce). Vive nel Mediterraneo: specie comune nel bacino orientale e sulle coste africane; nelle acque italiane comune solo in Sicilia. Atlantico orientale. Ha una discreta importanza sui mercati dell’ area mediterranea e viene commercializzata fresca o congelata.
Nomi regionali o stranieri: Campania: Lupesca ‘e funtale o Sguette; Liguria: Dotto o Smirdo; Puglia: Dottu; Sicilia: Precchia di mari imperiali, Tenca o Jatta; Veneto: Cerna, Gernia, Gernia niedda; Francese: Badèche; Greco: Stira; Spagnolo: Falso abadejo; Tunisino: Mennani.
28) Cernia nera (Epinephelus caninus)
La Cernia nera è la meno comune tra le cernie del mediterraneo ed è anche la più grossa può arrivare fino a un metro e mezzo di lunghezza e 120 chili di peso. Vive sui fondi sabbiosi del fango e si ciba di pesci e invertebrati. Ha una corporatura tozza moderatamente compresso e la testa grossa. Si trova in acque algerine e tunisine raramente altrove. Le su carni sono bianche e ottime. Viene commercializzata sia fresca che congelata.
Nomi regionali o stranieri: Calabria: Tunguni; Sicilia: Ciregna di funnali o Tincuni di petri; Francese: Mérou noir;Greco: Rophos; Tunisino: Mennani.
29) Cheppia (Alosa fallax nilotica)
La Cheppia della famiglia dei clupeidi (sardina, acciughe ecc,) ha un corpo fusiforme ovalizzato sul ventre ricoperto di grosse squame e la carena ventrale appuntita, la pinna dorsale posta nella parte centrale e la bocca grande che supera il bordo posteriore dell’occhio. Il colore è verde-azzurro sul dorso, argentea lateralmente e sul ventre. Lunghezza 30-60 cm. E’ molto comune in Adriatico e risale i fiumi nel periodo della riproduzione e viene pescata con reti e bilancini. Non ha molto interesse commerciale ma si trova fresca, essiccata e affumicata. Si può mangiare anche alla griglia stando attenti alle lische.
Nomi regionali o stranieri: Campania: Alosa, Saràca, Salacca, Leccia ; Liguria: Laccia, Cipra o Cipa; Marche: Cepa, Ceppa, Chieppa, Sardone; Puglia: Alosa, Chieppa, Cieppa, Renghe ianche; Sardegna: Arengara o Sabota; Sicilia: Alosa, Saraca, Latumeddu; Veneto: Cépa, Ceppia, Chieppa, Cheppia, Agon, Sardéna, Sardòn; Venezia Giulia: Ceppa, Sardella salvatica; Francese: Alose feinte; Inglese: Twaite shad o Alewife; Spagnolo: Saboga; Tunisino: Shbouka.
30) Chiocciola marina (Monodonta Turbinata)
La Chiocciola marina è un gasteropode (lumaca) molto comune che vive tra gli scogli, ha una conchiglia robusta con ornamentazioni formate da macchi simili a rettangoli di colore rosso o blu su un fondo biancastro. Ha dimensioni di 2.5 cm. Sono buone sia bollite per antipasto che in sautè e possono essere usate anche nelle zuppe.
Nomi regionali o stranieri: Sicilia: Babaluci di mari Veneto, Venezia Giulia: Caragolo; Francese: Bigorneau; Greco: Trochos; Inglese: Top-shell; Spagnolo: Caracul gris o Caramujo.
31) Cicerello (Gymnammodites cicerellus)
Il Cicerello è un pesce che interessa poco i consumatori, anche se non è male fritto, ma è essenziale per la dieta degli altri pesci, della famiglia degli Ammotiditi esso ha un corpo molto allungato, serpentiforme ricoperto di squame nella parte posteriore del corpo. Con il muso a punta con mascella inferiore più prominente della superiore entrambe prive di denti. E’ sprovvisto di pinne ventrali, è presente una sola pinna dorsale molto lunga, una pinna anale, pinna codale piccola e forcuta. La sua colorazione è verde-azzura sul dorso, più argentea sui fianchi, biancastra sul ventre. Lunghezza 16-18 cm. Vive sui fondali sabbiosi nascondendosi nella sabbia. Si pesca con reti a strascico. Specie comune nel Mediterraneo e nell’Atlantico orientale. Buono fritto o in saor con cipolle ed aceto.
Nomi regionali o stranieri: Calabria: Cirimbirru o Cicirello; Campania: Alluzzetiello o Brigante; Liguria: Ratto o Rattin; Sardegna: Cixireddu; Sicilia: Cicireddu, Russuliddu (novellame); Francese: Cicerelle; Inglese: Sand-eel ; Spagnolo: Barrinaire o Sonso (Catalano).
32) Cocciola o Cuore edule (Cardium edule)
La Cocciola o Cuore edule è un mollusco bivalve a forma di cuore di 5 cm circa di diametro con costole non molto marcate e striature, di colore chiaro o a volte bruno. Vive nei fondi fangosi. Le carni sono abbastanza apprezzate e deve essere commercializzato vivo e la conchiglia deve essere chiusa. Si mangia spesso crudo o si fanno aprire in padella e si usano come antipasto.
Nomi regionali o stranieri: Campania: Cocciola ‘e fango, Cozzola galluccio, Cocciola ‘e sciumo, Cocciole’e Pusilleco; Liguria: Muìa o Arsella; Marche: Canestrello; Puglia: Cozzola riale, Galluccieddo, Nuce de mar; Sicilia: Arcella, Adduzzu, Cocciuta o Cutignina; Toscana: Cuore, Coretto o Tellina; Veneto: Capa margarota, Capa tonda di valle; Venezia Giulia: Cape marzarote o Capa tonda; Francese: Coque; Inglese: Cockle; Spagnolo: Berberecho; Turco: Acivades.
33) Conchiglia di San Jacopo o Cappesante (Pecten jacobaeus)
La Conchiglia di San Jacopo è un mollusco (chiamato anche ventaglio per la sua forma) che si muove nell’acqua aprendo e chiudendo le valve pertanto il muscolo che unisce le due valve è grosso e forte. Dalla cerniera si estendono 16/18 coste divise tra loro da spazi intercostali. La valva superiore all’esterno ha colorazione bruno-rossiccia, la valva inferiore è biancastra; all’interno colore biancastro al centro sino a divenire bruno-rossiccia verso i margini. Vive sui fondali arenosi. E’ specie diffusa nel Mediterraneo e nell’Atlantico orientale.Le sue carni sono gustose e possono essere consumate sia crude che cotte. In commercio si trovano anche congelate. Ha due parenti più piccole Chlamys apercularis che ha una ventina di coste rispetto alle 14 o 16 del Pecten, e Chiama varia che di coste neha una trentina.
Nomi regionali o stranieri: Campania: Pellerina, Cocciola pellerina, Cozza di San Giacomo, Cozza di San Iacovo; Liguria: Pellegriné; Marche: Cappa pellegrina; Puglia: Canestriello, Pelegrine, Cozza gignàcula; Sardegna: Cocciula pilligrina, Cocciula de pellegrinu, Cozzula de pellegrinu; Sicilia: Cocciula pellegrina o Pettini; Veneto: Capa-santa, Santarela, Pelegrina; Venezia Giulia: Cappa santa, Capète, Pellegrina di San Giacomo; Francese: Coquille Saint-Jacques; Inglese: Pilgrin Scallop; Spagnolo: Concha de peregrino o Petxina de pelgri (Catalano); Turco: Tarak.
34) Corvina (Sciaena umbra)
La Corvina è un pesce di taglia media con corpo alto e dorso arcuato rcicoperto di squame, la prima pinna dorsale è triangolare ed una profonda incisione precede la seconda pinna dorsale. La bocca è piccola, orizzontale collocata sul lato inferiore del capo; il mento è senza barbigli. La colorazione è bruno scura con dei riflessi metallici o dorati, quasi nera sul dorso; sulle pinne pettorali e sulla anale ci sono dei bordi bianchi. I giovani sono scuri con pinne dorsali e ventrali lunghe. La corvina ha abitudini notturne e vive in gruppetti; i movimenti delle pinne sono molto lenti. La sua colorazione è bruno-grigiastra con riflessi metallici, pinna anale e ventrale nerastre. Ha una lunghezza 30-50 cm ed esistono esemplari che raggiungono anche i 10 chili e una lunghezza di 70cm. Vive a poca profondità su fondali rocciosi. Viene catturata con nasse e lenze ed interessa la pesca sportiva praticata con il fucile. E’ diffusa nel Mediterraneo e nell’Atlantico orientale.La carne non è molto pregiata poiché poco saporita e poco consistente e viene commercializzata fresca, congelata, salata, essiccata ed affumicata. E’ buona preparata sfilettata fritta o alla Matalotta.
Nomi regionali o stranieri: Calabria: Schifaro o Curveddu niru; Campania: Cuorvo, Paparella, Pesce cuorvo, Lavica; Liguria: Cappa nigra, Coubo, Pescio corbo, Pescio corvo, Pescio corvoloca, Locca, Crou, Corvo di scoglio; Marche: Corvo o Lodola; Puglia: Cuèrve, Gatte, Curviellu, Cuòrve de mare;Sardegna: Carbaghi, Curbaghiu, Corbagliu, Umbrina impiriali; Sicilia: Acula, Aculotta, Pisci àcula, Agùia, Serrania niura o nigra; Veneto: Corbo de sasso, Ombra, Ombria,Umbria, Ombrela; Venezia Giulia: Corbél, Corbél de sasso, Corbo d’aspreo, Ombrèla; Francese: Corb, Corb noir, Corbeau noir, Corbeau de mer, Coracin noir, Pei quoua, Peis coua; Inglese: Black-Umber; Spagnolo: Corvallo o Corba (Catalano); Tunisino: Ghrab.
35) Costardella (Scomberesox saurus)
La Costardella è un pesce degli sgombridi compresso ai lati, con le pinne dorsale e anale molto arretrate verso la caudale; la mascella e la mandibola si prolungano in una sorta di becco, nel complesso assomiglia molto all’aguglia ma ne differisce per il fatto che il “becco” è leggermente ricurvo verso l’alto ed è più panciuta. Dietro alla pinna dorsale ed anale si trovano delle pinnule. La colorazione è verde-blu sul dorso, argentata sui fianchi e sul ventre. Le pinne dorsale e caudale sono grigie, bianco giallastre le altre, sotto le pinne pettorali è visibile una macchia blu. Si pesca con le reti a circuizione. Particolarmente apprezzata in Sicilia dove fritta e condita con olio ed aceto costituisce un piatto tipico, si consuma solitamente fresca. Sono ottime fritte e vi si può aggiungere un po’ di Mattarocch.
Nomi regionali o stranieri: Abruzzo: Agora forestiera; Liguria: Gastadello o Gaggiardella; Marche: Agora forestiera; Puglia: Custurdieddu, Luzzu o fals acr; Sardegna: Caustaregliu; Sicilia: Cristaredda o Tistaredda; Francese: Balaou; Inglese: Saury o Skipper; Spagnolo: Paparda o Trumfau (Catalano); Tunisino: M’sella.