VERTICAL attrezzature artificiali e tecnica
Inviato: 09/05/2014, 19:15
Iniziamo dall'attrezzatura: le canne devono essere specifiche per quest tecnica ed ormai si trovano a buon mercato, io ne ho due (okuma cedros), una da 30g-160g con mulinello Penn Captiva 6000 imbobinato con 300 metri di trecciato 0,20 e l'altra 90g-200g con mulinello Okuma Eclipz EZ-65 imbobinato con 320 metri di trecciato multicolor da 0,30.
I mulinelli devono essere robusti e possibilmente leggeri, caricati con multifibra di ottima marca e con terminali in fluorocarbon di 6-8 metri e diametro 0,50-0,70.
Il nodo migliore per unire il multifibre con il fluorocarbon è sicuramente il Tony Pena, il quale se ben eseguito lascia praticamente intatto il carico di rottura. Riguardo agli artificiali vale la regola del colore scuro per acqua chiara e colore argento per acqua torbida, ovviamente poi ci sono colori che riprendono le sfumature del pesce foraggio e colori degni dei pittori più famosi...se ne dovrebbero avere almeno una decina di grammature e colori diversi per ogni occasione.
Spesso il pesce non attacca l'artificiale per fame ma per territorialità e capita di tirar su mormore, orate, ricciolette, tanute...con gli ami appuntati sopra la testa o a metà corpo...
Come accennato sopra le prede insidiate con questa tecnica sono le più disparate e vanno dai canonici predatori (ricciole, dentici, pagri..) ai più impensabili grufolatori (mormore, orate, saraghi...).
Oltre agli artificiali da jigging, sempre usando l'accoppiata canna-mulinello descritta all'inizio, possiamo usare i vari artificiali che prevedono anche l'uso dell'esca naturale, come il Tenya, una testa piombata da 60-90g con due ami che dovranno essere innescati con gamberi o tentacoli di polipo..stesso principio utilizza il T-kab dell'Olympus (con le varianti Seppia, Live, Cernia, Dentex, Tuna e Squid...tutti testati e brevettati dall'amico Nicola Riolo), oppure i più canonici ma versatilissimi inchiku, anch'essi con la versione "live" che adotta l'esca naturale ed infinei "tremendi" Kabura che non lasciano scampo ai grufolatori di sabbia...
Si tratta complessivamente di una tecnica che come dice il nome è "verticale" nel senso che l'artificiale, secondo il modello, scende sfarfallando verso il fondo (in questi momenti è utile bloccare la discesa fermando il filo con il dito cercando di attiare l'attenzione anche dei pesci a mezz'acqua), e solo una volta toccato va recuperato "jercando" cioè alzando e abbssando ripetutamente la punta della canna e contemporaneamente recuperando a scatti con il mulinello.
La tocca del pesce è decisa e va recuperato con canna a 45°per ammortizzare le fughe della preda.
I luoghi più indicati per questa tecnica sono le secche, i canaloni, le presure, ma anche le marcature che l'utilissimo ecoscandaglio ci evidenzia durante il tragitto.
I mulinelli devono essere robusti e possibilmente leggeri, caricati con multifibra di ottima marca e con terminali in fluorocarbon di 6-8 metri e diametro 0,50-0,70.
Il nodo migliore per unire il multifibre con il fluorocarbon è sicuramente il Tony Pena, il quale se ben eseguito lascia praticamente intatto il carico di rottura. Riguardo agli artificiali vale la regola del colore scuro per acqua chiara e colore argento per acqua torbida, ovviamente poi ci sono colori che riprendono le sfumature del pesce foraggio e colori degni dei pittori più famosi...se ne dovrebbero avere almeno una decina di grammature e colori diversi per ogni occasione.
Spesso il pesce non attacca l'artificiale per fame ma per territorialità e capita di tirar su mormore, orate, ricciolette, tanute...con gli ami appuntati sopra la testa o a metà corpo...
Come accennato sopra le prede insidiate con questa tecnica sono le più disparate e vanno dai canonici predatori (ricciole, dentici, pagri..) ai più impensabili grufolatori (mormore, orate, saraghi...).
Oltre agli artificiali da jigging, sempre usando l'accoppiata canna-mulinello descritta all'inizio, possiamo usare i vari artificiali che prevedono anche l'uso dell'esca naturale, come il Tenya, una testa piombata da 60-90g con due ami che dovranno essere innescati con gamberi o tentacoli di polipo..stesso principio utilizza il T-kab dell'Olympus (con le varianti Seppia, Live, Cernia, Dentex, Tuna e Squid...tutti testati e brevettati dall'amico Nicola Riolo), oppure i più canonici ma versatilissimi inchiku, anch'essi con la versione "live" che adotta l'esca naturale ed infinei "tremendi" Kabura che non lasciano scampo ai grufolatori di sabbia...
Si tratta complessivamente di una tecnica che come dice il nome è "verticale" nel senso che l'artificiale, secondo il modello, scende sfarfallando verso il fondo (in questi momenti è utile bloccare la discesa fermando il filo con il dito cercando di attiare l'attenzione anche dei pesci a mezz'acqua), e solo una volta toccato va recuperato "jercando" cioè alzando e abbssando ripetutamente la punta della canna e contemporaneamente recuperando a scatti con il mulinello.
La tocca del pesce è decisa e va recuperato con canna a 45°per ammortizzare le fughe della preda.
I luoghi più indicati per questa tecnica sono le secche, i canaloni, le presure, ma anche le marcature che l'utilissimo ecoscandaglio ci evidenzia durante il tragitto.